Una diffida circostanziata per intimare di procedere alla revoca di due lotti cimiteriali assegnati nel 2004 a parenti strettissimi del sindaco di Orta di Atella Giuseppe Mozzillo e dell’ex assessore Salvatore Del Prete, meglio conosciuto come “Magò”. La richiesta è stata indirizzata da Nando D’Ambrosio al segretario comunale, al responsabile staff-vicesegretario e al titolare del settore cimitero, e per conoscenza al prefetto di Caserta, al pm Patrizia Dongiacomo della Procura Napoli Nord e al pm Chiara Vetro della Corte dei Conti. Un atto d’accusa che segue quello già lanciato lo scorso 23 febbraio a seguito dell’articolo-denuncia del giorno prima pubblicato da Campania Notizie nel quale abbiamo portato a galla una vicenda scandalosa di cui si stanno occupando anche i 5 Stelle che hanno chiesto a D’Ambrosio, in qualità di presidente della Commissione trasparenza e controllo atti, di convocare l’organismo per fare chiarezza sul caso. Un episodio che assume tutti i contorni di un familismo indecoroso in spregio dell’interesse dei tanti cittadini in attesa da anni di un lotto al cimitero vecchio, saturo al tal punto da non poter effettuare sepolture. Come denunciato dalla nostra testata i lotti incriminati sono il 17 lettera N e il 17 lettera O. Il primo, una cappellina, fu assegnato a un parente di primo grado dell’attuale sindaco. Il secondo a un congiunto strettissimo di Giacomo Iovinelli, ex responsabile del distretto sanitario. Iovinelli è zio di Mozzillo e cugino di Salvatore Del Prete, alias “Magò”, che all’epoca era delegato proprio al cimitero e prima di riciclarsi goffamente in paladino della legalità in quel periodo (in città lo sanno anche le pietre) era un fedelissimo servitore politico e immancabile commensale dell’allora sindaco Angelo Brancaccio, con il quale ha quotidianamente banchettato con pasti pantagruelici. Sui due lotti è in corso un’inchiesta condotta dal pm Dongiacomo. La Procura Napoli Nord ha passato al setaccio i nominativi dei parenti fino al quarto grado (oltre 100 persone) degli ex sindaci Salvatore Del Prete “Monsignore” e Brancaccio, e dell’attuale primo cittadino Mozzillo. E spulciando nella famiglia del sindaco in carica sono emerse due posizioni palesemente irregolari. Due lotti, come ha certificato il responsabile dell’area contabile del Comune, sono stati assegnati nel 2004 a due parenti stretti di Mozzillo ma non sono stati mai pagati. Uno scenario avvolto da fitte ombre che D’Ambrosio e pentastellati, loro sì veri paladini della legalità, vogliono diradare per dare la possibilità ai cittadini di poter partecipare a un nuovo bando per ottenere legittimamente i due loculi sotto inchiesta.

Nella sua dettagliata diffida il capogruppo di Campania Libera sottolinea che “nonostante siano trascorsi circa 10 giorni nessun atto di revoca è stato posto in essere, nonostante la forte esposizione mediatica dello scandalo in oggetto”. D’Ambrosio rimarca che “l’atto di revoca presuppone una semplice letterina da notificare agli interessati a cura dell’ufficio preposto, leggasi ultimo capoverso della nota protocollo 7960 del 12.07.2004 e 79/04 del 14.09.2004, ovvero al massimo si può procedere in ultima analisi con una rettifica/revoca parziale della delibera di G.M. n. 101 del 31.05.04, (cosa che in verità richiede al massimo qualche giorno)”. Per il presidente della Commissione trasparenza e controllo atti un “ulteriore ritardo senza apparente giustificazione è un’evidente omissione finalizzata al concorso di truffa o di abuso di ufficio oltre che danno patrimoniale”. L’esponente dell’opposizione precisa che “nel vecchio cimitero non vi sono più spazi per inumare né per la costruzione di nuove cappelline e/o nuovi loculi, quindi, l’atto di revoca urgente oltre che per i suesposti motivi riveste un carattere importante sotto l’aspetto sociale. Ritardi ingiustificati – si chiude la diffida di D’Ambrosio – come già capitato altre volte saranno denunciate alle autorità competenti”. A questo punto si spera che il sindaco Mozzillo solleciti lui stesso a procedere alla revoca dei due loculi assegnati a due suoi parenti per ripristinare la legalità. Ma i bookmaker locali scommettono tutti contro il primo cittadino. Sono convinti che alla fine della fiera a pagare sarà come al solito la popolazione.

Mario De Michele

 

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