Ermanno Guido sarà il nuovo presidente della Acquedotti S.c.p.A. Il consigliere comunale, eletto con una barca di voti e da poco passato nella maggioranza, prenderà il posto di Massimo Lavino. Con l’indicazione del timoniere della società che si occupa del servizio idrico si aggiunge un altro tassello, forse il più importante, al mosaico della squadra di governo capitanata da Angelo Brancaccio. Ora al sindaco non resta altro da fare che varare la nuova giunta. Poche le novità. Solo una. La “new entry” sarà proprio Lavino. L’ex presidente della Acquedotti, quindi, non resterà a mani vuote. Ma a “spese” di chi entrerà? A rischio è la poltrona di uno tra Eduardo Indaco, Eleonora Misso e Antonio Marroccella. Uno dei tre dovrà rinunciare alla carica di assessore per fare spazio a Lavino. Manterranno la poltrona Giuseppe Mozzillo, con delega di vicesindaco, Nicola D’Ambrosio e Rosa Minichino. Mai in discussione la riconferma di Raffaele Capasso alla presidenza del consiglio comunale. Mentre svanisce il sogno di Alfonso Di Giorgio di far parte del nuovo esecutivo. Resterà a bocca asciutta e dovrà accontentarsi del ruolo di capogruppo di maggioranza. Insomma, Brancaccio ha trovato la quadratura del cerchio. E nelle prossime ore conferirà gli incarichi agli assessori. La nuova giunta sarà ufficializzata forse già domani, al massimo martedì. Ovviamente determinante per la chiusura della verifica politica è stata l’approvazione del bilancio di previsione e del regolamento edilizio, due punti fondamentali per il proseguo dell’amministrazione. Ora l’unico ostacolo, quello più insidioso, che si frappone sul cammino della maggioranza riguarda la vicenda giudiziaria del sindaco. Entro la fine di novembre e l’inizio di dicembre dovrebbe arrivare la sentenza del processo a suo carico. Il pm ha chiesto 7 anni e un mese. E il primo cittadino ortese ha già anticipato a Campania Notizie che in caso di condanna si dimetterà immediatamente. Tutti i consiglieri di maggioranza però stanno spingendo affinché non getti la spugna per evitare il commissariamento del Comune a pochissimi mesi dal voto. Un altro elemento che potrebbe incidere sulla scelta di Brancaccio è il “caso” De Magistris. Il Tar della Campania ha di recente reintegrato il sindaco di Napoli, che aveva fatto ricorso contro la sospensione scattata dopo la sua condanna per abuso d’ufficio. Ma a prescindere dall’aspetto giuridico, Brancaccio è comunque orientato a dimettersi per una questione di opportunità politica. E difficilmente cambierà idea.
Mario De Michele