Duecento firme di delegati dell’assemblea provinciale per chiedere le dimissioni di Raffaele Vitale. Il gruppo dei dissidenti imprime un’ulteriore accelerazione alla resa dei conti con il segretario facente finzione del Pd casertano. Il solco tra le anime del partito ė sempre più profondo. E l’esito dell’assemblea di sabato scorso, finita in rissa, ha accentuato la divaricazione tra i sostenitori del sindaco di Parete e la nutrita pattuglia di dirigenti che vogliono mandarlo a casa. Da qui la raccolta di firme partita all’indomani della seduta della discordia. Stando ai rivoltosi sono circa duecento, forse anche di più, i sottoscritti del documento con cui si chiede la testa di Vitale. Ne basterebbero 151, la maggioranza più uno dei componenti dell’assemblea. Ma i ribelli vogliono dare una prova di forza per dimostrare che il facente finzione è ormai un segretario di minoranza. Non rappresenta più il partito. E quindi deve dimettersi. Subito. Per dare la possibilità ai dem casertani di voltare pagina e aprire una fase nuova. Il Pd non può restare nelle mani di un’oligarchia, come più di uno ha rimarcato con veemenza nel corso dell’assemblea. Il riferimento quanto mai esplicito era ai gruppi Graziano-Stellato. Secondo i dissidenti Vitale è ostaggio di dell’ex deputato e del capogruppo Pd alla Provincia. E di conseguenza non è più una figura di garanzia per tutte le correnti. Ma il segretario facente finzione, sempre più solo, cosa farà quando sulla sua scrivania arriverà la richiesta di dimissioni? Per ora ha azzerato la segreteria. E non sembra intenzionato a togliere il disturbo. Graziano e Stellato gli hanno detto (imposto?) di non mollare. In questo caso i rivoltosi hanno già predisposto il Piano B. Presenteranno una mozione di sfiducia per liquidare Vitale. Le modalità con le quali si dovesse giungere alla dipartita politica del sindaco di Parete assumono importanti risvolti politici. In caso di dimissioni l’assemblea potrà eleggere un nuovo segretario. Se ci sarà la sfiducia il Pd di Caserta verrebbe commissariato. Due soluzioni diverse per due prospettive diverse per un partito che a prescindere dall’esito della guerra in atto lascerà sul campo di battaglia morti e feriti.
Mario De Michele