Una rondine non fa primavera. Soprattutto quando è ancora in corso una bufera che ha spaccato a metà il Pd casertano. Ma la partecipazione di Nicola Caputo alla conferenza programmatica di oggi si presta a una duplice lettura. La prima è innocente: la presenza dell’europarlamentare è “normale” per il suo profilo istituzionale. La seconda è più maliziosa: proseguono le prove tecniche d’intesa tra lui e Stefano Graziano. Il confronto (non ufficiale) vive di alti e bassi, come è ovvio che sia tra due che si sono guardati sempre in cagnesco e con diffidenza reciproca. Ma il filo del dialogo non si è ancora spezzato. La fiammella dell’accordo è fioca, ma resta accesa. E se finora l’europarlamentare continua a dire “questo matrimonio non s’ha da fare”, è anche vero che in politica mai dire mai. Sul piano provinciale lo scontro è aperto e agguerrito. Caputo è tra i firmatari dell’ultimo durissimo documento dei dissidenti contro il segretario facente finzione. E non ha mai smesso di chiedere la testa di Raffaele Vitale: “E’ ormai un caso clinico”, ha dichiarato ai microfoni di Campania Notizie. Ma i recenti sviluppi regionali, con la probabile esclusione di Enzo De Luca dalle primarie (si faranno?), e con altre cose importanti che bollono in pentola, da Napoli in su, fino ad arriva a Roma, potrebbero aprire un nuovo e clamoroso scenario anche nel Pd di Terra di Lavoro. Facendo prevalere il ragionamento politico sugli antichi attriti personali, Graziano sta spingendo per ottenere la mano di Caputo. E le dipolazie si sono rimesse a lavoro. La proposta è chiara: per superare la forte contrapposizione interna, deleteria per tutti alla luce dei prossimi appuntamenti elettorali, mettiamoci assieme per guidare il partito. Una semplificzioen del quadro politico interno che mettere nell’angolo i ribelli. Oltre alla storica diffidenza, c’è un altro ostacolo che l’europarlamentare non vuole, al momento, superare: vuole le dimissioni di Vitale. Il presidente regionale del partito non ha detto “no, e basta”. Ma ha chiesto una tregua fino alle regionali. Poi sul tavolo dell’accordo ci sarà anche il nome del segretario, che difficilmente sarà ancora il sindaco di Parete. Le posizioni sono ancora distanti. E il matrimonio dell’anno, come lo abbiamo definito, non è dietro l’angolo. Ma se son fiori, fioriranno.
Mario De Michele