Franco Mirabelli vuole ad ogni costo la morte (politica) di Dario Abbate. Rosaria Capacchione invece pretende il rispetto delle regole interne del partito democratico. Luglio rovente in casa dem. Il commissario provinciale del Pd casertano ha chiesto alla commissione di garanzia l’espulsione del candidato sindaco alle recenti comunali di Marcianise, reo di essere sceso in campo contro Antonello Velardi, diventato primo cittadino e imposto da Mirabelli che ha sempre osteggiato Abbate e ha “regalato” al giornalista il simbolo Pd alle elezioni. Ma la Capacchione, presidente del collegio dei probiviri, non ha alcuna intenzione di prestare il fianco al commissario democrat. Per la senatrice il “caso” Abbate va affrontato con statuto e regolamento alla mano. Non è una resa dei conti politica come vorrebbe Mirabelli. Che non vede l’ora di cacciare Abbate per non avere abbassato la testa di fronte ai suoi diktat. Stavolta il capogruppo Pd della commissione nazionale Antimafia non avrà vita facile. La senatrice Capacchione, anche lei componente dell’organismo Antimafia, aprirà l’istruttoria (la commissione di garanzia si riunirà nei prossimi giorni) basandosi esclusivamente sulle “carte” e valutando lo svolgimento dei fatti. Cioè verificherà come sono andate le cose e dopo aver analizzato tutti gli elementi deciderà, assieme agli altri garanti, se la richiesta di Mirabelli è fondata sotto il profilo statutario oppure si tratta, ipotesi molto verosimile, di un’ingiusta punizione politica. Abbate infatti ha deciso di correre alle elezioni senza il vessillo dem solo dopo il niet, peraltro immotivato, di Mirabelli alla sua richiesta di svolgere le primarie per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra. Richiesta avanzata dalla stragrande maggioranza dei tesserati del Pd di Marcianise. Semmai è la scelta di Mirabelli a fare acqua da tutte le parti sotto il profilo regolamentare e statutario. Forse il senatore ha confuso il suo ruolo di commissario provinciale con quello di padrone del partito. O più probabilmente, ubbidendo pedissequamente ai vertici romani, sta sfruttando l’incarico per garantirsi un posto di capolista nel collegio di Caserta alle prossime politiche. Ma nel caso di Abbate il senatore Mirabelli dovrà fare i conti con la Capacchione. Che, come lui dovrebbe sapere, non gli consentirà di calpestare le regole del partito per meri scopi personali e politici.

Mario De Michele

 

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