Due maestri del teatro dell’assurdo come Beckett e Ionesco si staranno rivoltando nella tomba dall’invidia per quello che sta avvenendo nel Pd casertano. I dem di Terra di Lavoro stanno scrivendo ormai da mesi una trama basata su colpi di scena stupefacenti (inteso come narcotici) nel tentativo, via via sempre più goffo, di ridare un nuovo assetto al partito. Al centro dell’intreccio narrativo tragicomico c’è sempre l’ipotesi di accordo tra le due maggiori componenti interne: da un lato l’area Stellato-Graziano, dall’altro il gruppo che fa capo a Nicola Caputo. Quando tutto faceva presagire la fine definitiva di ogni possibilità di intesa (basta leggere gli articoli su Campania Notizie sul “brutale” botta e risposta tra Raffaele Vitale e l’europarlamentare), le fazioni dei Montecchi e Capuleti si sono di nuovo seduti attorno a un tavolo. La trattativa è ripresa una decina di giorni fa, durante un incontro “clandestino” al quale hanno partecipato Pasquale Stellato e Peppe Roseto, con la supervisione di autorevolissimi esponenti istituzionali delle due aree. All’ordine del giorno l’elezione della direzione provinciale. Dopo un confronto neanche troppo serrato si era aperta la strada ad un’intesa basata sul “modulo” 35-35-10. Trentacinque delegati al gruppo Graziano-Stellato-Marino, trentacinque a quello caputiano, dieci agli altri dissidenti. Lista unitaria, quindi. Poi un accenno alla nuova segreteria. I supporter di Vitale avrebbero preferito un organismo ampio, Caputo e company una squadra più ristretta. Baci e abbracci con l’impegno di rivedersi a stretto giro. E infatti pochi giorni fa Pasquale Stellato e Peppe Roseto si sono rivisti. Il Fiat Cafè di Teverola la location. Ma come già avvenuto in passato (circa due mesi fa) quello che sembrava un accordo praticamente siglato è finito ancora una volta nella palude dei ripensamenti. Sulla direzione Stellato ha insistito sul “modulo” 40-40. Metà delegati a una componente e metà all’altra (con i ribelli in quota Caputo). Primo intoppo. Roseto ha preso tempo (ancora). E ha proposto di avviare la raccolta di firme per la presentazione delle liste in vista dell’assemblea  provinciale dell’11 aprile. Lista unitaria a rischio. Baci e abbracci meno calorosi, stavolta. E l’impegno a risentirsi a breve. Ma non è squillato alcun telefono. Da allora ognuno è andato di nuovo per la sua strada. Caputo ha incontrato, e continua farlo, alcuni dissidenti, in particolare Pina Picierno, con la quale il rapporto è stato del tutto recuperato dopo i dissidi dei mesi scorsi. I caputiani avrebbero raccolto già una ottantina di firme e ne avrebbero “congelato” una trentina. Si tratta di delegati “neutrali” pronti eventualmente ad accodarsi. Di fronte a grandi numeri, il deputato europeo tenterebbe la via del partito maggioritario con i dissidenti. Escluso Dario Abbate, accusato di “tradimento” per la scelta di candidarsi alle regionali. L’obiettivo quindi sarebbe quello di eleggere una direzione in cui il segretario provinciale sarebbe in minoranza. Sull’altro versante i gruppi Graziano-Stellato-Marino hanno già pronte le contromosse qualora si andasse alla conta. Insomma, nel Pd casertano si continua a dare i numeri. Altro che teatro dell’assurdo. Servirebbero le camicie di forza. O in alternativa qualche Tso (trattamento sanitario obbligatorio.

Mario De Michele

 

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