Uno di lungo corso come Franco Mirabelli sa bene che la fase congressuale va gestita e governata fin dall’inizio con le persone (di fiducia) giuste al posto giusto. Non a caso il commissario del Pd casertano per dormire sonni tranquilli aveva già tratteggiato a propria immagine e somiglianza il volto della Commissione provinciale per il congresso. Ma il senatore è stato placcato da quelle aree dem che legittimamente, proprio per la delicatezza del momento, non hanno alcuna intenzione di fare le belle statuine. Se finora Mirabelli con il suo ristretto cerchio magico ha guidato il Pd facendo il bello e il cattivo tempo, nella stagione congressuale si deve dare una regolata. Gli assetti romani non sono più quelli di una volta e il futuro del partito è ancora tutto da scrivere. Certo, il Pd è commissariato, ma oggi l’uomo solo al comando non è tollerabile. Serve maggiore condivisione e collegialità. Lo hanno fatto capire a chiare lettere quelle componenti democrat che l’altra sera hanno stoppato il tentativo di Mirabelli di imporre e di far eleggere all’unanimità il timoniere della commissione per il congresso senza uno straccio di confronto. La decisione, già presa, è stata comunicata soltanto a riunione in corso con la pia speranza che tutto filasse liscio. Per la guida della commissione Mirabelli aveva pianificato un passaggio indolore sul nome di Cira Napoletano. Una figura sicuramente valida. Un dirigente che ha già ricoperto importanti cariche di garanzia, oltre a quella di segretario del circolo Pd di Caserta.
Ma alcune componenti dem, pur riconoscendo le doti della Napoletano, hanno sbarrato la scorciatoia tracciata dal commissario provinciale. E hanno chiesto di poter quanto meno condividere la scelta del presidente e non di doverla subire. Eugenia Oliva (gruppo Oliviero) ha contestato a viso aperto il metodo per nulla democratico del leader pro tempore del Pd e ha avanzato proposte alternative proprio per fargli capire che senza pari dignità non si va da nessuna parte. Posizione condivisa anche da Carlo Scatozza. L’esponente LabDem ha alzato ancor di più l’asticella quando Matteo Donisi si è schierato con la Napoletano in quanto espressione del circolo di Caserta. Una motivazione che ha fatto scattare dalla sedia Scatozza, secondo il quale il nome della Napoletano sarebbe stato in tal caso assolutamente inopportuno alla luce delle polemiche tra i dem della città capoluogo su presunti brogli nel tesseramento. I tanti distinguo emersi durante la riunione hanno fatto saltare i nervi a Mirabelli. “In queste condizioni – avrebbe sbottato il senatore – è meglio rimandare tutto a un altro incontro, così non si può andare avanti”. Dopo alcuni minuti di sospensione c’è stato un chiarimento e il clima è tornato disteso. Nell’interesse del partito i dissenzienti hanno convenuto di evitare ulteriori frizioni e di aprire la stagione congressuale partendo con il piede giusto. Così è stato alzato il disco verde per affidare la presidenza della commissione a Cira Napoletano e sono stati indicati tutti gli altri componenti. Fanno parte dell’organismo: Teresa Cerchiello, Francesco Di Nardo, Matteo Donisi, Domenico Iovinella, Eugenia Oliva, Francesco Piccirillo, Carlo Scatozza e Raffaella Zagaria. Quattro membri su nove sono dell’Agro aversano, a conferma che quasi sempre i congressi si vincono o si perdono a seconda di come vanno le cose nella conurbazione normanna. Sarà così anche stavolta? I bookmaker non hanno dubbi: sarà sicuramente così.
Mario De Michele