Il più è fatto. E il nuovo volto del Pd casertano potrebbe assumere una fisionomia ben definita già entro la settimana prossima. All’inizio della settimana prossima Raffaele Vitale andrà alla volta di Roma per esporre il suo ritratto del partito a Lorenzo Guerini. Il segretario provinciale ha chiuso di fatto l’accordo con Nicola Caputo e Enzo Cappello. Un’intesa che gli consente di contare su un’ampia maggioranza. Se prima doveva procedere come un funambolo sul filo del 50% (e anche meno), ora la sua poltrona non è più traballante. Ai delegati in assemblea e in direzione dei gruppi Graziano-Stellato-Marino si andrebbero ad aggiungere quelli legati all’europarlamentare e quelli riconducibili al sindaco di Piedimonte Matese. In sostanza più dei due terzi del partito sarebbe pro Vitale. Numeri consistenti. E con una valenza politica altrettanto importante: il nuovo vicesegretario sarà Peppe Roseto, non solo fedelissimo di Caputo, ma soprattutto candidato alla leadership del partito all’ultimo congresso. E proprio su questo farà leva Vitale nel corso dell’incontro romano con Guerini. Per il sindaco di Parete l’accordo con Roseto, suo antagonista congressuale, è la dimostrazione plastica della ritrovata unità dei democrat, dopo una lunghissima fase di logoranti lotte intestine. E dal punto di vista di Vitale la mancata intesa con le altre componenti (Giovani turchi, Riformisti, pittelliani e area Oliviero-Picierno) non è colpa sua, ma degli altri che “predicano l’unità ma praticano lo scontro”. Ovviamente (è il gioco delle parti) i dissidenti muovono al segretario la stessa identica accusa. Nel piatto che Vitale servirà a Guerini c’è anche l’ingrediente del rinnovamento generazionale. La nuova segreteria sarà composta interamente da under 40 con ampio spazio a sindaci e territori. Basteranno le carte che si giocherà Vitale a convincere il vicesegretario nazionale? L’avallo romano è indispensabile. Altrimenti tutto si complicherebbe. E il puzzle composto finora potrebbe scomporsi del tutto o quasi. È probabile che Guerini chieda a Vitale un ulteriore sforzo per inglobare tutte le anime dei dem casertani nella nuova fase. Spingerà in particolare per non tenere fuori dai giochi il consigliere regionale Gennaro Oliviero e la deputata europea Pina Picierno. Quest’ultima, non più sulla cresta dell’onda rispetto alla prima fase renziana, ha comunque conservato un’ascendenza su una parte dei vertici nazionali, tra cui proprio Guerini. Insomma, ci sarebbero ancora margini affinché tutte le famiglie renziane del Pd di Terra di Lavoro possano ritrovarsi nella nuova maggioranza. Rispetto agli ultimi burrascosi mesi per Vitale la strada appare molto più in discesa. I dissidenti hanno spinto nelle sue braccia Caputo e Cappello isolandoli. E l’elezione di Graziano in consiglio regionale è stato un altro punto a suo favore.
Ma paradossalmente se ha neutralizzato molti colpi “esterni” ora il sindaco di Parete si ritrova a fronteggiare non pochi problemi in casa propria. L’ipotesi di accordo solo con i caputiani e con Cappello non ha ricevuto il gradimento di Graziano e dell’area Stellato. Già prima della pausa estiva il presidente regionale del partito ha suggerito a Vitale di nominare una nuova segreteria rappresentativa di tutte le componenti interne, anche senza un’intesa preliminare. Ora che una parte dei dissidenti (Caputo-Cappello) ha sotterrato l’ascia di guerra è ancora più convinto che per aprire la fase 2 debbano essere coinvolti tutti. Insomma, per Graziano serve un’unità vera e totale. Basta guerre. Bisogna siglare una pace duratura. Sintonizzata sulle stesse frequenze anche l’onorevole Camilla Sgambato, che sta spingendo da tempo per tenere dentro tutti i massimi esponenti politici e istituzionali del partito. Del resto stonerebbe, e non poco, un accordo senza la firma, ad esempio, della senatrice Rosaria Capacchione o di Oliviero e Picierno. Ma Vitale non vuole più trattare con chi, è il suo pensiero, “sa dire solo no perché in realtà non vuole l’unità”. “Io ho fatto il mio dovere fino in fondo – avrebbe detto il segretario provinciale a Graziano e Sgambato – per mettere tutti attorno a un tavolo, ma c’è qualcuno che non vuole avviare un processo di pacificazione, per cui è inutile continuare a discutere con chi persegue una contrapposizione perenne”. Si è incontrato-scontrato a viso aperto con Graziano e Sgambato. E lo ha detto a voce alta e con toni aspri alle colombe del suo gruppo. Vitale ha dalla sua parte Marco Villano. Il Forlani del Pd è ultraconvinto, con rammarico, che al momento non ci siano alternative all’intesa con Caputo e Cappello. Anche lui vorrebbe un lieto fine con tutti felici e contenti. Ma sa che il filo del dialogo con gli altri dissidenti si è ormai spezzato, forse ad accezione di Oliviero e Picierno per intercessione di Guerini. Giochi fatti, insomma. O quasi.
Mario De Michele