“Il tempo è scaduto”. Raffaele Vitale rompe gli indugi e va al contrattacco. Il segretario provinciale del Pd casertano lancia una sorta di ultimatum alle varie componenti del partito. E annuncia che nel giro di 10 giorni nominerà la nuova segreteria. Non solo. Per il sindaco di Parete bisogna, in tempi rapidissimi, eleggere anche la direzione provinciale. “Sono pienamente disponibile a ragionare con tutte le anime del partito, anche perché non si può non tener conto di chi ha dimostrato di avere un’ampia rappresentanza nell’assemblea. Sono sempre più convinto che in vista di importanti appuntamenti elettorali come le comunali e le regionali i dem casertani non possano continuare a litigare tra loro. Ma una cosa deve essere chiara a tutti: il partito non può restare nel guado, se si trovasse una soluzione unitaria sarei il primo ad esserne felice, se però c’è ancora chi batte la strada della perenne contrapposizione io andrò comunque avanti con una gestione maggioritaria del Pd”. E’ più che evidente il riferimento di Vitale alle trattative in corso tra i gruppi più rappresentativi dei democratici: da un lato l’area Graziano-Stellato, dall’altro quella capeggiata da Nicola Caputo. Negli ultimi giorni si è arenato il confronto, avviato nei giorni scorsi, tra le due componenti principali del partito. Il tentativo di giungere ad una gestione condivisa sembra naufragato, o comunque appare molto meno probabile. E proprio per uscire dalla fase di stallo Vitale esce allo scoperto. “Abbiamo bisogno di una segreteria e di una direzione che assieme al sottoscritto seguano questa fase così delicata. Per cui chiederò al presidente Enzo Cappello di convocare in tempi molto rapidi l’assemblea provinciale per eleggere la direzione. Ripeto, sia nell’ultima assemblea che nei giorni successivi ho sempre dato la massima disponibilità affinché il partito ritrovasse la via dell’unità, ma a questo punto se non ci sono le condizioni bisogna comunque munire il Pd di due organismi fondamentali come la segreteria e la direzione”. Il sindaco di Parete tratteggia anche la fisionomia della nuova segreteria. “Sarà un esecutivo massimamente aperto al territorio, che qualora non trovasse un accordo unitario potrà comprendere anche esponenti della minoranza. Dobbiamo smetterla con le conte interne e ritornare a parlare di politica”. Per quanto riguarda l’elezione della direzione ill segretario provinciale sottolinea che non è un problema di numeri. Ed è pronto a superare l’accordo tra maggioranza e minoranza siglato dopo il congresso che prevedeva 45 membri a chi aveva vinto e 35 a chi aveva perso. Sarebbe disposto a una ripartizione al 50% dei componenti dell’organismo. La presa di posizione di Vitale mira a stanare i caputiani, che stanno ancora discutendo sulla possibilità di un accordo in grado di pacificare il partito. Ma il suo intervento potrebbe avere un effetto boomerang. Nel Pd i nervi sono ancora molto tesi e la maggior parte dei dissidenti è contraria a dialogare con i supporter di Vitale, coerentemente con la posizione espressa nella mozione di sfiducia. Secondo i ribelli il segretario non ha una maggioranza. E quindi dovrebbe dimettersi. Inoltre bisogna sciogliere il nodo Asi con la richiesta di ritirare i nomi indicati dal Pd nel cda. Solo così sarebbero disponibili a sedersi attorno ad un tavolo. Insomma le parti sono ancora molto distanti. E quindi al sindaco di Parete non resta altro da fare che trovare i numeri per una gestione del partito che lui stesso definisce maggioritaria. Intanto Vitale incontrerà i sindaci del Pd su due importanti questioni: l’Ato rifiuti e l’incontro con Raffaele Cantone in programma lunedì 16 febbraio. Al presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione gli amministratori democratici proporranno di modificare l’attuale piattaforma della stazione unica appaltante, finora risultata inefficace, visto che di fatto non fornisce alcun contributo utile ai comuni. Invece, rispetto all’Ato rifiuti si pongono due questioni: una di tipo gestionale, l’altra di profilo politico. E proprio quest’ultimo aspetto potrebbe fare aprire un altro fronte di guerra tra i dem casertani. Inevitabilmente si dovrà parlare anche del cda. E in un partito spaccato a metà diventerà un’impresa impossibile indicare nomi condivisi.
Mario De Michele