ORTA DI ATELLA – Negli ultimi mesi, purtroppo, da troppe parti, si cerca di fermare l’azione di rinnovamento che stiamo portando avanti fuori e dentro le istituzioni comunali di Orta di Atella. Spesso si sorvola, ma ci sono volte in cui la risposta è necessaria. In questo caso, è un atto dovuto. E così sia. Tutto pensavamo, tranne di doverci difendere dal “fuoco amico”. Perché? Perché abbiamo risvegliato l’interesse delle persone. Perché facciamo cose di sinistra. Perché siamo divenuti troppo ingombranti, di fronte ad un gruppo, che si perde dietro la sigla del partito. L’infame attacco proviene, infatti, da certuni che si definiscono dirigenti del Partito Democratico.

Ad onor del vero, solo da una parte, visto che c’è stato un nutrito gruppo che ha immediatamente preso le distanze, dandoci lo stimolo per continuare nella nostra battaglia di democrazia e legalità. Ma è ai primi che ci rivolgiamo. Dirigenti. Direttivo. Che belle parole. Dirigenti di cosa? Del nulla. Ci accusano di “fughe in avanti”. Certo, loro vorrebbero restare indietro. Ci sono abituati! Sostengono che non rispettiamo la linea politica del Partito. Ma quale linea? Quella loro? Quella dell’immobilismo? Del “dolce naufragare”? L’unica cosa che ricordiamo del candidato sindaco alle precedenti elezioni amministrative del centrosinistra sono le sue dimissioni dalla carica di consigliere comunale (oltre alle famose lettere che hanno fatto storia in paese). Eppure, erano altri tempi. Era difficile perdere, ma il professore Rainone riuscì benissimo nella missione impossibile, portando la coalizione minimi storici, nonostante l’impegno di numerosi giovani in lista. Ricordate, poi, qualche suo discorso in consiglio comunale o fuori? La vecchia dirigenza ha perso, ma la lezione non l’ha ancora capita! Confondono il personalismo con la dialettica politica, dura ma leale, che si deve avere nello scontro con la maggioranza in consiglio comunale. Non hanno capito, veramente, niente. Non hanno capito che la politica è fatta di persone. Ed è proprio da quelle che bisogna partire. I simboli rappresentano la cultura di riferimento. La collocazione ideologica. Il resto è fatto dalla gente. Dagli elettori, che sono quelle persone che ti stanno vicino e che ti legittimano con il voto, facendo proprie le tue iniziative e condividendo le tue idee. Ed è a loro che si deve rispondere. Sono solo quelli i numeri che contano. A proposito di numeri, i vostri numeri quanto contano? Vi infastidisce il fatto che ci abbiamo sempre messo la faccia e che ci firmiamo con nome e cognome. È forse questa una colpa? Certo che no! È un atto di magnifica democrazia e voi lo vorreste impedire. Visto che si parla di facce, vi chiediamo: Voi chi siete? Presentatevi, uscite dalle vostre stanze. Firmatevi. Ci accusate di gestire il partito come una proprietà privata. In realtà é proprio il contrario. Siete voi, che vi definite dirigenti, ad avere trasformato una sede di partito in un dopolavoro ferroviario, dove vi incontrate soltanto per fare quattro chiacchiere e qualche inciucio, parlando di tutto, tranne che di contenuti. Vi siete mai chiesti cosa si aspettano quelli che ci hanno votato? Dite che disertiamo le riunioni, alle quali, però, volontariamente, non ci convocavate. In quelle a cui abbiamo, invece, partecipato, non si è mai discusso nulla di concreto. Come già ben chiarito dai Dirigenti ed iscritti del partito, Voi “Dividete la sinistra e le persone, invece, di riunirle”. Non vi siete, ancora, accorti che i veri emarginati del Partito Democratico siete voi, che vorreste occuparlo, in virtù di una delega che nessuno vi ha conferito (o forse che vi hanno conferito anni fa, quando eravate soli). Vorreste inibire l’uso del simbolo ai consiglieri comunali del gruppo del PD senza, neppure, conoscere la procedura per adottare tale provvedimento. State sicuri che continueremo ad usarlo, perché non avete alcun potere di impedircelo. Parlate di rispetto delle regole ma, con il vostro comportamento, le avete sistematicamente infrante. Dove siete stati negli ultimi 23 anni. Lo chiediamo, anche, al geom. Domenico Iovinella, nominato facente funzioni due anni fa, nella cucina di un appartamento di via Petrarca, alla presenza di quattro gatti e che, politicamente parlando, viene ricordato per essere stato colui che ha proposto in consiglio comunale, quale capogruppo di maggioranza a guida Brancaccio, fra le tante altre “genialità”, l’innalzamento dell’altezza dei fabbricati a 15 mt. Ecco da dove è partito il “fatidico” quinto piano e gli edifici di cinque e sei piani in zone diverse da quelle residenziali. E di cosa vogliamo parlare. Ovviamente sono gli stessi individui che temono che, oggi, qualcuno gli strappi il partito. Quelle stesse persone che impediscono la convocazione del congresso cittadino, che serve proprio a scegliere de-mo-cra-ti-ca-men-te linea politica e classe dirigente. Dateci retta, dimettetevi! Non dal partito, ma dalla politica. Ritiratevi a vita privata. Il PD ha già avuto il suo Bersani. A proposito, come diceva, Bersani: non si può fermare l’acqua con le mani. Ed è vero, non si può fermare la spinta al cambiamento. La gente è stanca. Ha fretta. Corre. E voi siete rimasti indietro. Fermi al palo. Seduti sulle vostre sedie. Fuori dalla politica. E non ve ne siete accorti. Proprio come Bersani!

 

I CONSIGLIERI COMUNALI DEL PARTITO DEMOCRATICO

Francesco PICCIRILLO, Giuseppe ROSETO e Michele DE MICCO

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