“Primarie prive di concorrenti realmente alternativi tra loro rappresenterebbero una mera operazione di facciata, utili tutt’al più a lucidare la semiarrugginita capacità di mobilitazione degli apparati e delle nomenclature ma senz’altro inadatte a ricreare quel clima di partecipazione e di entusiasmo di cui un movimento tradizionalmente basato sul voto di opinione come il PdL ha urgente bisogno”. Lo dice l’esponente del pdl Mario Landolfi.
“L’opzione per primarie interne rischia di rivelarsi un doppio errore: primo perché vanifica di fatto la scelta di non ricandidarsi premier compiuta dal presidente Berlusconi per favorire, responsabilmente e generosamente, l’unità del centrodestra ed in secondo luogo perché riduce il tutto ad un congresso di partito più costoso e persino inutile dal momento che un segretario politico l’abbiamo già scelto poco più di un anno fa nella persona di Angelino Alfano. Celebrare primarie per scoprire fra un mese quel già è noto oggi non mi sembra francamente un gran trovata. Ripensiamoci”.