PIEDIMONTE MATESE – Da dieci anni la solita(mini) isola pedonale. Siamo ancora molto lontani dall’ambiziosa “ riduzione del traffico di auto private con creazione di aree di sosta e di pedonalizzazione ed incentivo all’uso di mezzi alterativi”. Era (è) l’impegno dell’attuale maggioranza di “Piedimone Democratica”, proclamato nelle linee programmatiche generali nell’aureo opuscolo diffuso durante la campagna elettorale. Si può solo “chiudere”, rinserrare lo spazio e chi si è visto si è visto?
Senza un minimo di ricorso a tentativi più coraggiosi di sottrarre la città dall’imperio itinerante dei flussi veicolari? Con modalità attuative , quelle della cosiddetta pedonalizzazione, identiche da quando è stata istituita : nei fine settimana – sabato e domenica- e con orari in modo da non gravare sulle spalle dei commercianti in questo momento di crisi ancora più grave. Giusta accortezza, quanto a fascia oraria(la città ha i suoi tempi lenti di evoluzione), ma poi? Non c’è più niente salvo la libertà e la fantasia lasciate agli esercizi pubblici di disporre quanto in loro possesso come idee e logistica per stare sul mercato ed accogliere i clienti, fermo restando il rispetto di regole di convivenza e di altre esigenze(non scordiamolo) . Ed il resto dei propositi? Se si scrive e, quindi, si riconosce che occorre fare di più per “ridurre le auto private”, dalla circolazione, occorre essere coerente e conseguenti a questoindirizzo che si presume strategico, visto che è uno dei punti scritti nero su bianco come promessa e, pertanto, come aspettativa davanti al corpo elettorale . Più coraggio a pedonalizzare le strade e le piazze magari allargando il raggio di applicazione dell’attuale dispositivo di “isola pedonale”. Quanto ai mezzi alternativi richiamati in quella sezione del programma elettorale possiamo suggerire l’esperienza messa in campo recentemente dall’Aido con il ciclo di iniziative domenicali e la “biciclettata collettiva”. Quotidianamente sono pochissime le persone che usano la bici come mezzo di spostamento nel territorio cittadino. Si dice che la città è nemica della bicicletta specialmente per la presenza di un flusso di auto così massiccio e presente in quasi ogni ora della giornata. Neanche il caro-benzina scoraggia l’uso delle quattro ruote o, meglio, del loro abuso perché ai piedimontesi piace muoversi con le auto per poi in gran parte lamentarsi del mal d’auto. E’ stato il maggiore prezzo della modernità, coprendo i tratti dove scorreva l’acqua, in città rimasta con una dotazione, e soprattutto con una configurazione, stradale dal dopo-guerra tranne pochi interventi per dare sfogo e vie di fuga allo snervante e serrato circuito interno di flusso veicolare. Indietro non si può tornare ed avanti non si va con misure che non siano all’aqua di rosa o tampone come quelle esperite in questi anni (ci fu anche il tentativo di caravanserraglio di piazza Roma dove si scendeva e si risaliva). Si provi ad ampliare la pedonalizzazione, si provi a prendere in affitto un tot numero di bici da offrire ai cittadini per dare un segnale diverse ed uscire da pigrizie “rinserrate”. Il coraggio costa ma è quello che ci si è impegnati a fare. Altrimenti è meglio non scriverle certe cose. Si fa più bella figura.
Michele Martuscelli