Un libro fotografico che racconta, attraverso le immagini, la complessità e la grandezza di una cittadina, prendendo spunto dalla radice etimologica di una incredibile varietà di toponimi, mai cristallizzati nella toponomastica ufficiale comunale, eppure straordinariamente radicati nel gergo dialettale, nella memoria storica dei residenti. Toponimi che richiamano luoghi un tempo assai frequentati, concentrati nei quartieri della Piedimonte Matese antica, città che vanta il primato del centro storico più esteso in provincia di Caserta in rapporto al territorio comunale. Il testo, pubblicato da Ikone per Associazione Culturale Byblos, narra, in modo “imperfetto” di luoghi e vicende servendosi delle immagini in bianco e nero. Chiese, slarghi, palazzi, cortili, giardini, gradoni, viuzze, finestre. Dettagli colti dall’occhio e dalla sensibilità dell’autrice, piccoli particolari, sfumature urbane di quella che un tempo era la realtà dei borghi, dei quartieri, dei rioni. Ecco, quindi, riaffiorare gli antichi toponimi dialettali, solo guardando le immagini: “ncoppa Santusavastianu”, “mezu Sandrumminucu”, “adderete e tiratoie”, “mezu u mercatu”, “ncapo Vallata”. I luoghi frequentati, percorsi, raggiunti, vissuti, impressi nella memoria emotiva collettiva. Una lettura in filigrana della immensità di una città che, oggi, sembra aver smarrito irrimediabilmente il senso della propria identità, un tempo legata, appunto, ai luoghi, agli slarghi, alle scale, al sopra, al sotto e via elencando, in una dimensione policentrica. In occasione della presentazione del testo ( domenica 29, ore 17.30 presso l’Associazione storica del Medio Volturno, via Sorgente 6) sarà lanciata anche la proposta di un “Manifesto cittadino per la tutela e la salvaguardia dei luoghi d’arte”, aperto a tutte le associazioni cittadine.

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