CASERTA – Nel Partito democratico casertano i conti non tornano neanche sui manifesti elettorali. Dalla presentazione delle liste ad oggi è stata impresa ardua scovare un manifesto o un volantino targato Pd. Al punto che a più di un dirigente locale è sorto il dubbio che il partito non fosse in corsa alle elezioni politiche.
Come mai una campagna elettorale così in sordina? Si potrebbe dire una scelta all’insegna dell’austerity, se non fosse che per l’affissione dei manifesti e per l’attività di volantinaggio sono stati spesi 7mila euro (+Iva) solo per gli ultimi giorni di campagna elettorale, precisamente dal 17 al 22 febbraio. L’incarico è stato affidato alla società “Duepiùduecinque”, che con quella cifra che avrebbe dovuto “inondare” di manifesti e volantini l’intera provincia di Caserta.
Eppure fino ad oggi, giorno di chiusura della campagna elettorale, di manifesti e volantini del Pd in giro se ne sono visti davvero pochi. E quelli che sono stati affissi sono in gran parte frutto del lavoro “volontario” degli attivisti dei circoli locali, che hanno dovuto mettere mano al portafoglio (basta chiedere per avere conferma) per dare un po’ di visibilità al Pd, altrimenti completamente oscurato dagli altri partiti. Non a caso è scoppiato un forte malcontento tra i dirigenti cittadini e nella base del partito.
Insomma, i conti non tornano. Anche perché sulla pagina Facebook della società “Duepiùduecinque” campeggia lo slogan: “Con Piccoli Budget si fanno grandi Campagne, se il tutto è gestito da chi ha competenza in materia. Con il fai da tè perdi soldi e tempo!”. L’amministratore della “Duepiùduecinque” (che ha allestito, si dice a peso d’oro, il palco a Villa di Briano in occasione della visita di Bersani) è un volto notissimo ai Democratici casertani: Carlo Scatozza, già dirigente di spicco dei Ds e poi del Pd, nonché giornalista pubblicista. Un giovane intraprendente e capace con un lungo pedigree politico alle spalle. Persona di fiducia, insomma. Ma tra molti dirigenti e militanti resta il malumore per i pochi manifesti del Partito democratico.
Come mai? Semplice: con una società che si chiama “Duepiùduecinque” è impossibile che i conti tornino.
Mario De Michele