Al corteo contro la chiusura del posto fisso di Polizia a Casapesenna c’erano i rappresentanti delle associazioni e dei partiti locali, alcuni sindaci, prelati e cittadini (non tantissimi). Mancavano solo loro: i parlamentari casertani. Tutti. Non ce n’era neanche uno. Anche quelli, come Rosaria Capacchione e Pina Picierno, che ad ogni piè sospinto salgono in cattedra per dare lezioni di legalità.

Eppure, il presidio di Polizia di Casapesenna è un luogo simbolo della lotta ai Casalesi. Proprio per questo la sua possibile soppressione è diventata un “caso” nazionale. Se ne parla su tutti i media. Ma loro, deputati e senatori casertani, preferiscono starsene a casa, limitandosi a “comunicare con l’esterno” tramite banali note stampa infarcite di retorica e frasi fatte. La Capacchione ha anche l’aggravante di non aver assunto una posizione chiara. Prima allineata sull’orientamento del Questore di Caserta a favore della chiusura, poi contraria, con una piroetta che non le ha evitato una brutta figura.

All’iniziativa di Casapesenna erano invece presenti (sono quelli che abbiamo intravisto) i consiglieri regionali Nicola Caputo e Angelo Consoli, il neo segretario provinciale del Pd, Enzo Cappello, i sindaci Dionigi Magliulo e Pasquale Carbone, il consigliere comunale di Caserta, Carlo Marino, e altri amministratori locali. Dei parlamentari neanche l’ombra. Forse, in tempo di larghe intese, si saranno messi d’accordo a non scomodarsi. Tanto saranno presenti sui giornali con le solite chiacchiere sulla legalità e sulla lotta alla camorra. Meglio apparire che essere (a Casapesenna).

Mario De Michele

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