Il prefetto di Caserta Carmela Pagano ha sospeso Angelo Brancaccio dalla carica di sindaco di Orta di Atella. Il provvedimento è scattato dopo la condanna del primo cittadino a 4 e 6 mesi per peculato. La decisione della Prefettura è stata assunta in base alle legge Severino, che prevede la sospensione degli amministratori locali anche in caso di condanna in primo grado. In verità Brancaccio aveva rassegnato le dimissioni già poche ore dopo la sentenza, emessa lo scorso 23 dicembre dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (giudice Picardi). E proprio oggi ha ribadito con forza, attraverso una nota stampa (leggi l’articolo), la sua volontà di non fare nessun passo indietro, come ha rimarcato ieri in un incontro con i consiglieri di maggioranza, i partiti e i movimenti civici, che gli aveva chiesto con un documento unitario di ritirare le dimissioni. Ma paradossalmente il provvedimento del prefetto potrebbe aprire nuovi scenari. Non è escluso che Brancaccio possa intendere la sospensione come un attacco personale. Una mortificazione inutile, proprio perché lui aveva già gettato la spugna. La decisione della Prefettura potrebbe essere interpretata dal sindaco come un accanimento personale. In tal caso, Brancaccio potrebbe accettare quella per lui rappresenta una sfida all’uomo più che al politico. E quindi potrebbe addirittura fare dietrofront e presentare ricorso al Tar per restare in carica. De Magistris docet.

Mario De Michele

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