CASERTA – “Non ricordo di avere mai utilizzato queste parole ma non lo escludo”. Così Rosaria Capacchione, capolista al Senato per il Pd, ospite di “24 Mattino” su Radio 24 ha risposto alla domanda se esistano intercettazioni in cui lei, parlando con il fratello, dice ‘a quel finanziere bisognerebbe andare a prenderlo con il mitra’. Capacchione è sotto processo per calunnia nei confronti del maresciallo della Finanza Luigi Papale.
“Io non escludo nulla – ha detto Capacchione -. Anche che, parlando con un familiare, quando ci si trova con una bomba sotto casa o con tua madre anziana costretta a scappare in casa di notte o con i bambini costretti a lasciare la casa, perché questa era la situazione, si possa dire qualunque cosa. Credo che in un momento di rabbia ognuno possa dire anche delle cose vergognose in una conversazione privata fatta in situazioni particolari. Ma – ha precisato Capacchione ai microfoni di Radio 24 – le intercettazioni risalgono al processo di mio fratello e furono nove anni fa dichiarate inammissibili perché fatte senza autorizzazioni. Io non le ho mai lette. Io non so se l’ho detto, se non l’ho detto; non sono mai state sottoposte ad una perizia e avrebbero dovuto essere distrutte. Sarebbe interessante sapere come mai il giornale che ne parla e che neppure nomino (la Gazzetta di Caserta, ndr) è in possesso di atti che avrebbero dovuti essere distrutti”.
La Gazzetta di Caserta scrive anche che il fratello di Rosaria Capacchione, Salvatore, all’epoca fece transitare sul conto della sorella 5 miliardi di vecchie lire: “5 miliardi? – ha risposto ironicamente la giornalista del Mattino ora candidata -. Sì, magari, forse non stavamo qui a parlare. Le vicende di mio fratello si sono risolte da tempo con assoluzioni nel merito su richiesta del pubblico ministero. E’ rimasta pendente solo una cosa, ma diciamo che c’è un certo giornale locale che sono una decina d’anni più o meno che utilizza la stessa cosa, giornale nei confronti del quale sono state fatte delle denunce”.
Sull’accusa di calunnia per la quale deve rispondere, Capacchione ha detto a Radio 24: “E’ un processo che va avanti da 9 anni, esisteva già quando ho avuto la scorta e quando mi sono candidata alle Europee nel 2009 e prima o poi finirà. E’ stato rinviato non per mia richiesta, diciamo che quando è stato chiesto il rinvio non ero ancora stata contattata dall’onorevole Bersani”.
Capacchione poi ha parlato della vicenda Cosentino: “Se mi fossi trovata al posto di Cosentino fin dall’inizio io avrei scelto un’altra strada, avrei rinunciato all’immunità e mi sarei fatta arrestare. Anche se si sostiene di essere vittima di un’ingiustizia bisogna comunque sottoporsi al processo e se previsto dalla legge anche all’arresto. Anche di fronte alla prospettiva drammatica e dolorosa del carcere io ragiono un po’ come Socrate, senza fare paragoni osceni”. Sulla vicenda processuale che riguarda Cosentino, la Capacchione ha dichiarato: “Credo che l’onorevole Cosentino abbia ragione solo sulla lentezza del suo processo, per il resto mi sono fatta l’idea che erano accuse molto forti che andavano verificate in dibattimento molto seriamente”.