Errare è umano, perseverare è diabolico. Infatti appare luciferina l’insistenza con cui l’amministrazione di Gricignano vuole ad ogni costo vendere al Comune di Napoli i 156 alloggi all’esterno della cittadella Us Navy. L’incontro-blitz del primo agosto a Palazzo San Giacomo conferma la “doppiezza” di una maggioranza che dice una cosa e ne fa un’altra. Ufficialmente il sindaco Andrea Moretti e la sua colazione continuano a ribadire di non essere favorevoli alla cessione degli alloggi. Ma, nel contempo, proseguono gli incontri con gli amministratori napoletani per siglare l’accordo.

Dopo la riunione dello scorso maggio, che scatenò la furibonda reazione della minoranza, il primo agosto c’è stato il bis. Alla volta del Comune di Napoli sono partiti Moretti, il suo vice Andrea Aquilante e il responsabile dell’Utc Anna Cavaliere. Alessandro Fucito, assessore al Patrimonio della giunta De Magistris, ha ribadito l’offerta già avanzata in passato: l’acquisto della piena proprietà degli appartamenti, sborsando 31 milioni di euro alla “Gricignano Sette” (famiglia Coppola) per il diritto di superficie, e oltre 3 milioni di euro al Comune di Gricignano per la nuda proprietà. Un’offerta allettante, sia per la famiglia Coppola (per ogni alloggio incasserebbe 200mila euro), sia per il Comune di Gricignano. Non a caso alcuni amministratori, sotto sotto, si stanno già leccando i baffi, pregustando l’affare.

Ma una domanda nasce spontanea: se si tratta di un business così vantaggioso per l’ente locale perché Moretti e company si sforzano tanto per apparire contrari all’operazione? Presto detto. Nel febbraio del 2012 il sindaco De Magistris sbandierò ai quattro venti con dichiarazioni ufficiali che il Comune di Napoli, nell’ambito dell’edilizia popolare, aveva messo in cantiere il trasferimento di 150 famiglie nelle abitazioni in località Boscariello. Il primo cittadino partenopeo annunciò il trasloco di circa mille persone residenti nelle “Vele” di Scampia. Ecco la verità: si corre il rischio che a Gricignano possa sorgere una sorta di “Scampia 2”, nonostante il tentativo disperato della giunta Moretti di negare l’evidenza.

Al termine dell’incontro agostano a Palazzo San Giacomo, il sindaco e il suo vice hanno subito precisato che lo stesso assessore Fucito ha fornito ampie garanzie per evitare “il trasferimento di interi quartieri-ghetto”. E che dalla graduatoria degli assegnatari saranno esclusi soggetti con “precedenti penali per reati di particolare gravità”. Ma un’altra domanda nasce spontanea: una volta conclusa la compravendita che strumenti avrà il Comune di Gricignano per verificare se gli assegnatari sono tutti dei nobili appartenenti all’aristocrazia napoletana? Forse Moretti e company hanno avuto ampie rassicurazioni che la graduatoria sarà esaminata dalla Questura, dai servizi segreti italiani e, per sicurezza, dalla Cia.

E magari, in caso di trasferimento in blocco di persone di Scampia, sarà pronto un corpo speciale di militari americani che lanceranno granate e missili sugli alloggi esterni all’Us Navy per mantenere l’ordine pubblico. Scherzi a parte (anche se c’è poco da scherzare) la preoccupazione di un trasloco in massa c’è. Eccome. Al punto che Aquilante ha dichiarato sul suo organo di informazione che “finora l’amministrazione comunale ha agito nella piena trasparenza ed è intenzionata a porre in essere un ampio confronto prima di qualsiasi decisione, negativa o positiva che sia. Ridicola, pertanto, continua ad essere la posizione di chi, dall’opposizione intra e, soprattutto, extra consiliare, vuole speculare politicamente sulla vicenda”.

Massima trasparenza? Ma non è stato proprio il vicesindaco, lo scorso 19 marzo, ad inviare “clandestinamente” una missiva al Comune di Napoli che di fatto ha aperto la trattativa con la giunta De Magistris? Non a caso il 15 maggio il vicesindaco Tommaso Sodano ha invitato gli amministratori di Gricignano ad un incontro per discutere i termini della questione. Altro che trasparenza. Finora si è detto una cosa e se n’è fatta un’altra. Perché la maggioranza non dice chiaramente che vuole “vendere i gioielli di famiglia”, per usare le parole di Moretti, ai tempi in cui era consigliere di opposizione? Sarebbe più che legittimo. Com’è legittimo dissentire e sollevare dubbi. E invece si gioca a rimpiattino annunciando un incontro con le forze politiche e sociali. Ma per decidere cosa visto che tutti hanno già detto no alla vendita degli alloggi? Cos’è cambiato rispetto a qualche giorno fa?

Ah sì, la graduatoria degli assegnatari sarà esaminata dalla Questura, dai servizi segreti italiani e, per sicurezza, dalla Cia. E ad un fischio di Aquilante arriverebbe anche l’esercito cubano.

Mario De Michele

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui