Dopo aver pagato la quota per utilizzare il Pinto per la gara di domenica la Casertana riaccende la polemica con il comune. Dopo la durissima nota stampa di ieri oggi i Falchetti tornano alla carica: “Alla luce delle richieste improprie e ingiustificate giunte a poche ore dalla gara in programma allo stadio ‘Pinto’, i vertici della Casertana F.C. hanno ritenuto inevitabile il pagamento della cifra richiesta dall’ente comunale, nel rispetto dei tifosi e dell’intera città. Ciò permetterà il regolare svolgimento della partita Casertana-Matera. Ma si preannuncia che in futuro la scrivente società non accetterà tali metodiche anomale e che nessun altro versamento, non previsto dagli accordi stipulati in passato, verrà effettuato. Anche a costo di disputare le gare casalinghe in altri stadi. La Casertana F.C. accoglie con le dovute riserve e con grande circospezione la comunicazione proveniente dal comune di Caserta del 23 settembre 2015 con la quale si condiziona al pagamento della tariffa il rilascio dell’autorizzazione all’utilizzo dello stadio Alberto Pinto, posto che né la concessione in uso del 30 giugno 2015 né il Regolamento del 6 agosto 2015 riconoscono al Comune un diritto di revoca ad nutum a causa della morosità del concessionario. In particolare, nell’atto concessorio del 30 giugno 2015, il Comune di Caserta riconosceva come non revocabile la concessione predetta nel corso della stagione sportiva senza operare alcun riferimento ad ipotesi di morosità. Inoltre, il Regolamento comunale del 6 agosto 2015 non contempla, nella maniera più assoluta, la revoca dell’autorizzazione nel caso di morosità del concessionario. In altri termini, il Comune si è comportato come quel proprietario dell’immobile che – in presenza della morosità dell’inquilino – impedisce a quest’ultimo di entrare in casa murando la porta d’ingresso. Ma ciò non solo non è conforme alle regole dello stato di diritto ma è anche un atto di schietto menefreghismo nei confronti di chi svolge – non senza difficoltà – un servizio alla città e all’immagine di Caserta. Non spetta ad una società sportiva indicare ad un Ente locale quali strade prevede l’ordinamento giuridico per la riscossione dei canoni di un impianto di proprietà comunale: certo è che né la legge né le disposizioni regolamentari legittimano il ricorso a tali metodiche idonee esclusivamente a minare il clima di serenità della società Casertana FC, della squadra e dei tifosi”.