Secondo la più classica delle previsioni, il consiglio comunale sulla dichiarazione del dissesto finanziario a Recale è durato oltre sei ore. Un’aula consiliare gremita di cittadini che hanno accolto l’invito del sindaco Patrizia Vestini ad essere presenti per comprenderne le cause e le conseguenze per il prossimo futuro. Ad una minoranza, alla quale si è aggiunto l’ex vicesindaco Antimo Argenziano ormai dimissionario, che battagliava sui conti del 2013 e sosteneva che evitare il dissesto era possibile, la maggioranza capitanata da Patrizia Vestini ha addotto una serie di dati tecnici e politici.

Il sindaco Vestini ha infatti ribadito che il dissesto finanziario è stata una scelta dolorosa ma ineluttabile. Che il comune di Recale avesse una situazione economica disastrata, la Vestini lo aveva già detto nel 2007 dai banchi dell’opposizione. Eletta sindaco e rendendosi subito conto della mancanza di liquidità, la maggioranza ha comunque messo in essere una serie di azioni per recuperare fondi. “Si è deciso di contrarre ulteriormente la programmazione di bilancio attraverso una progressiva riduzione della spesa corrente, avviando prima di tutto un graduale processo di internalizzazione dei tributi. Tramutando in termini numerici il risultato di questa operazione, il Comune ha risparmiato ben € 150.763,26. Quanto ai tributi minori, imposta sulla pubblicità, pubbliche affissioni e canone occupazione suolo pubblico, a fronte di una rata fissa annuale pari ad Euro 8.000,00 che la Publiservizi versava all’Ente, nei primi nove mesi dell’anno 2013, incassando noi direttamente questi tributi, abbiamo riscosso € 22.055,41. Tutto questo perché il contratto prevedeva la corresponsione al Comune di una quota fissa, a prescindere dalle somme effettivamente incassate, che pertanto rimanevano di diritto della società concessionaria della riscossione. Sempre questa Amministrazione ha rinegoziato il contratto con la società addetta alla riscossione dei tributi, lasciando alla stessa la riscossione ordinaria solo della TARSU per il solo anno 2013 e le attività di accertamento e recupero del coattivo. Abbiamo ridotto l’aggio sulla riscossione ordinaria dal 9 al 6% ed ,incrementando quello sulla riscossione coattiva, abbiamo spronato la società stessa a recuperare quanto più possibile sull’evasione dei tributi. C’è chi ha diffuso false notizie su queste percentuali nel tentativo di fomentare la pubblica opinione contro un’amministrazione che, come promesso in campagna elettorale, sta internalizzando i tributi ed i cui benefici economici si comprendono già dai precedenti esempi e dal successivo. Vista la determina di approvazione delle liste di carico TARSU dell’anno 2013, pari ad € 1.235.962,00, dalla rivisitazione del contratto l’Ente ha conseguito un risparmio netto di € 44.865,63 dato dalla differenza dei 3 punti percentuale ed IVA al 21%.

Abbiamo posto un freno alla mole di debiti e/o passività esistenti, il cui sviluppo è ricaduto in pieno sull’ Amministrazione Vestini, che si trova quotidianamente ad affrontare in pienezza il riconoscimento e finanziamento di debiti ed il conseguente pagamento.  A titolo di esempio abbiamo risanato il debito per le prestazioni extra contratto rese dalla ditta Paciello per il servizio RSU, per € 89.306,02; la transazione con il Consorzio Unico di Bacino, sempre per debiti pregressi relativi al servizio rifiuti, per € 375.710,44; la transazione con la società Econova sempre per debiti pregressi relativi al servizio RSU per € 6.000,00; il debito fuori bilancio relativo all’acquisto di arredi per il nuovo comando di Polizia Municipale, per € 2.000,00 ed altri ancora. Insomma tutto questo discorso per dire che la situazione debitoria non è certo recente come vogliono farci credere ma viene da lontano. I debiti vengono da una serie di bilanci non veritieri approvati con leggerezza dalla precedente amministrazione. Mentre noi discutevamo, seppure a malincuore, del dissesto come via di uscita dal tunnel, loro venivano colti dal raptus del volantino. In quindici giorni hanno prodotto ben 3 volantini intasando le cassette postali dei concittadini con una serie di notizie sulle nostre fantomatiche ed esorbitanti spese. Quasi a voler dimostrare in maniera frenetica e fumosa che stavamo sperperando per poi farci diventare i capri espiatori del dissesto. Una minoranza tanto attenta all’integrità del bilancio comunale da presentare degli emendamenti solo la sera prima del consiglio comunale. Hanno fornito quei consigli all’ultimo minuto cercando di dimostrare che i conti potevano quadrare. Sono proposte che abbiamo comunque deciso di valutare per correttezza ma che alla fine si son dimostrate inconsistenti. Su una proposta una domanda vorremmo porla: ci chiedono di rinunciare alle nostre indennità per un anno intero in modo da recuperare 45mila euro; bene, a metà novembre l’ex sindaco Porfidia ha chiesto per l’ennesima volta, tramite il suo avvocato, che gli venissero corrisposti i 37mila euro di indennità passata. Perché non rinuncia anche lui? O perché non rinunciano tutti gli assessori della vecchia amministrazione così recuperiamo 100mila euro?.

Il palleggio di accuse fra vecchi e nuovi amministratori può risultare un giochetto disgustoso agli occhi dei concittadini; di chi sono le colpe del dissesto, a questo punto, a noi non interessa, ci sono gli organi competenti che lo stabiliranno e possiamo solo dire che da amministratori oggi siamo stati chiamati a fare una scelta. Ci assumiamo la responsabilità di una scelta non semplice e dolorosa. Staremo a vedere i frutti che ne scaturiranno nel prossimo futuro e saranno poi gli elettori ad esprimere il loro parere sulla nostra azione amministrativa. Resta il dato numerico di un totale disavanzo sostanziale di €  4.395.593,00. Chi dice che la sola cooperativa Aurora ci ha indotti al dissesto, è consapevole di dire una bugia considerata l’enorme cifra del debito”

 

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