Matese-  Il “mantra” piddino  piedimontese e matesino, la formula augurale ed  evocativa locale   ha avuto la sua prima significativa  manifestazione  in occasione del dibattito attivato in consiglio comunale sulle problematiche delle zone interne afflitte da tagli e mortificate da politiche nazionali che hanno accentrato quanto era stata decentrato motivandole  con  recuperi di efficienza e di risparmi di spesa pubblica. A  officiare il rito augurale è stato il capogruppo di Piedimonte Democratica e presidente della comunità montana del Matese  oltre che il più longevo( ex sindaco ed ex consigliere provinciale)  esponente del cattolicesimo politico matesino , Fabrizio Pepe. Primarie o non primarie a livello regionale  qui nel Matese l’interrogativo è  meno congiunturale, più antico :  “ Siamo capaci di esprimere dal territorio una persona che rappresenti l’intero territorio?  Ma siamo capaci di esprimere una persona per difendere questa area interna? Altrimenti non ci difende nessuno! Il Parlamento è troppo lontano. Io capisco, per carità non voglio togliere nessun merito né all’on. Sarro(ex sindaco, già candidato regionale senza successo ora deputato e commissario provinciale F.I. ndr) e tanto meno all’on. Rossi(Maria Rosaria Rossi, senatrice  originaria di Piedimonte Matese e vicinissima al leader Berlusconi ndr) o a Di Lello etc.(Marco Di Lello socialista ex assessore regionale nelle giunte Bassolino di origini piedimontesi, politici prima richiamati da  Daniele Ferrucci ndr) , ma sono un numero, ritmos dicevano i Greci. Ma sono un numero ed ha una funzione completamente diversa. Chi deve decidere e oggi ha potere di incisione e di incisività sul territorio è la Regione. La Provincia adesso già ha perso anche la sua parte di funzione..”. L’accento del discorso cade  non solo sulla destinazione del centro politico decisionale ,  il consiglio regionale ma anche sulla ricerca della figura di riferimento. Ricerca per nulla difficile e complicata: il nome evocato , tra le righe, non solo tra gli addetti della politica, è quello del sindaco in carica ed impegnato nel secondo mandato( siamo  a metà percorso bis) Vincenzo Cappello, tra l’altro presidente provinciale in un  Pd tormentato(non è una sorpresa), già candidato senza fortuna e soprattutto numeri sufficienti nel 2010. Una    eventuale candidatura bis  preceduta da una rinuncia al secondo mandato e quindi alle dimissioni dalla carica del comune “ capoluogo” matesino con un riassestamento della maggioranza in carica da circa 8 anni. Una candidatura che, di fatto, aprirebbe la corsa alla fascia tricolore. Il mantra prende ritmo intanto..

Michele Martuscelli

 

 

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