CASERTA – Perdere tempo. E rinviare quanto più possibile il confronto sul rimpasto in giunta. La strategia del sindaco Pio Del Gaudio sembra ispirata a quella di Quinto Fabio Massimo, condottiero romano impegnato nella guerra ai cartaginesi. Il generale romano, restato nella storia con l’appellativo di “temporeggiatore”, fiaccò le truppe di Annibale con una tattica basata sul logoramento e sull’attesa.
Nel “casus belli” casertano, De Gaudio è il “temporeggiatore”, mentre alcuni degli alleati di maggioranza (Mpa e Udc) sono i cartaginesi. Il primo cittadino non vuole risolvere rapidamente il nodo del riassetto dell’esecutivo. Mpa e Udc spingono sull’acceleratore perché di tempo già se n’è perso abbastanza. E dopo la tregua elettorale ora è giunto il momento delle scelte. La geografica politica e consiliare è totalmente mutata e non è pensabile che la giunta resti così com’è, cioè troppo sbilanciata a favore del Pdl.
Lo slittamento dell’interpartitico di maggioranza, ufficialmente motivato con l’assenza di Pietro Riello (Nuovo Psi), impegnato in una riunione col presidente della Regione Caldoro, fa sorgere più di un sospetto. E sembra un assist al sindaco-temporeggiatore. La mancata riunione consente a Del Gaudio di guadagnare, anzi perdere, altro tempo prezioso per affrontare la questione politica del rimpasto.
I dubbi sono fondati. Sembra quanto meno strano che Caldoro, alle prese con la grana del bilancio regionale (non ancora approvato), abbia avuto la possibilità di dedicare parte del suo tempo a Riello. Pur dando per vero l’incontro tra Riello e il presidente della Campania, appare altrettanto strano che il faccia a faccia si sia tenuto, guarda caso, quando era stato fissato l’interpartitico di maggioranza. Fatto sta che il tavolo è saltato. E tutto è stato rimandato, in attesa forse di tempi migliori.
Sotto il profilo politico-istituzionale c’è da segnalare un altro aspetto singolare, per non dire discutibile. Nella sede della segreteria dell’onorevole Giovanna Petrenga, dove si erano dati appuntamenti gli esponenti del centrodestra, erano presenti, oltre al deputato Pdl e al primo cittadino, Roberto Desiderio (Pdl), Ferdinando Piscitelli (Noi Sud), Paolo Marzo, Massimiliano Palmiero e Massimo Russo (Mpa), Biagio Esposito e Pierpaolo Puoti (Udc). Fin qui nulla di strano.
Ma l’anomalia lampante emerge dalla composizione della delegazione di Caserta Più. Assieme Francesco Santonastaso, si è presentato Gianfausto Iarrobino. Ma come? Ad una riunione politica si presenta anche il presidente del consiglio comunale che dovrebbe essere, sulla carta, una figura super partes?
Una presenza certamente inopportuna sotto il profilo istituzionale. E scorretta sul piano politico. Soprattutto perché, qualora l’interpartitico di fosse svolto, si sarebbe potuto parlare anche della sua poltrona di presidente dell’assise. L’Mpa, infatti, si era dichiarato disponibile a rinunciare alla rivendicazione di un assessorato in cambio proprio della presidenza del consiglio. Almeno per una questione di stile Iarrobino avrebbe fatto più bella figura a starsene al calduccio a casa. O forse temeva che la sua poltrona potesse traballare?
L’unica certezza è che il sindaco ha evitato ancora una volta la resa dei conti nella maggioranza, con l’obiettivo di rimandare la discussione sulla giunta a dopo l’approvazione del bilancio. Del Gaudio ha studiato bene le guerre puniche e vuole seguire la stessa strategia di Quinto Fabio Massimo il “temporeggiatore”: fiaccare e logorare i suoi alleati nella speranza di sconfiggerli lavorandoli ai fianchi.
Ma Udc e Mpa hanno la pelle dura. E lanceranno l’offensiva per uno scontro frontale prima che il bilancio approdi in consiglio.
Mario De Michele