La tregua è durata solo pochi giorni. Nella seduta di oggi dell’assemblea dell’Asi di Caserta per l’approvazione dello Statuto si è consumata una spaccatura tra i delegati. I rappresentanti di Provincia, Piedimonte Matese, Consorzio Alifano, Pietramelara e Santa Maria la Fossa hanno abbandonato l’aula sbattendo la porta. Alla base della frattura, che appare insanabile, il “no” dei delegati degli altri Enti locali alla richiesta del direttore generale del Consorzio, Pietro Santonastaso, inviata ai revisori dei conti, di rimandare l’assemblea odierna e quella in programma il 3 dicembre. Secondo Santonastaso sussistono una serie di dubbi di legittimità, che andrebbero approfonditi, circa l’inconferibilità e l’incompatibilità dei componenti dell’assemblea. Il direttore generale ha sottolineato che quasi tutti i membri sono sindaci, assessori, consiglieri provinciali o comunali degli Enti consorziati, cariche che potrebbero andare in conflitto con l’articolo 7 del decreto legislativo 39 del 2013. Inoltre Santonastato ha contestato anche le mancate autocertificazioni, sui rispettivi siti istituzionali degli Enti, di insussistenza dell’inconferibilità e dell’imcompatibilità. Infine il direttore generale ha sollevato il problema della “condizione di inadempienza” dei Comuni di Villa Literno e Alife. Alla luce delle eccezioni poste da Santonastaso, il presidente dei revisori dei conti ha chiesto ai delegati di rinviare l’assemblea, ma di fronte al diniego della maggioranza dei componenti ha deciso di procedere allo svolgimento della seduta, scatenando la reazione dei rappresentanti di Provincia, Piedimonte Matese, Consorzio Alifano, Pietramelara e Santa Maria la Fossa, i quali sono andati via. Prima di proseguire la seduta i restanti componenti dell’assemblea (17 in tutto su 25, visto che erano assenti i rappresentanti di Maddaloni, Pietravairano e dell’Ambito Alifano) hanno firmato le autocertificazioni attestanti l’insussistenza dell’inconferibilità e dell’incompatibilità, e poi hanno approvato il nuovo statuto dell’Asi. Insomma, la pace siglata nei giorni scorsi è solo un ricordo.
Mario De Michele