CASERTA – “E’ il caso che tutti gli sforzi finora compiuti, in qualsiasi sedi istituzionali, possano contribuire alla predisposizione di una proposta forte ed autorevole nel solo ed esclusivo interesse dei cittadini della Provincia di Caserta – afferma il capogruppo regionale del Psi, Gennaro Oliviero – La mozione presentata impegnerà il Presidente della Giunta Regionale, già Commissario alla Sanità, On.le Caldoro, a dover assicurare e garantire il giusto riparto economico destinato ai bisogni di salute di Terra di Lavoro, in coerenza a quanto sancito dalla normativa vigente e di quanto già viene messe in atto nelle altre Province della Regione Campania.

Sono sicuro che la Mozione verrà sottoscritta e caldeggiata anche dagli altri colleghi Consiglieri Regionali della Provincia di Caserta, è finito il tempo di utilizzare pesi e misure “ad Provinciam”.

Il risultato di questo atroce scempio, è frutto di scelte per niente riformatrici, come il Presidente Caldoro vorrebbe far credere, ma di logiche distorte all’insegna della cattiva continuità amministrativa. Allo stato dei fatti, non risulta esistere alcuna differenza tra la precedente programmazione sanitaria regionale e quella attuale.

L’esempio chiarificatore di quanto viene esposto, è dato dal Decreto Commissariale n. 42 del 9/06/2011, quello avente ad oggetto la ripartizione del finanziamento statale per la spesa sanitaria regionale.

Non risulta esistere neanche un solo elemento di novità, anzi, viene evidenziato la conferma delle precedenti procedure di riparto, che tanto metodologiche non appaiono.

Ecco il vero elemento di riformismo: un beato nulla!

I criteri di riparto, dovrebbero tenere conto delle caratteristiche geomorfologiche e di dispersione della popolazione sul territorio – esempio specifico ne è l’Alto Casertano –  ma nei fatti non risulta condivisibile l’impostazione che valuta con un indice bassissimo il disagio delle zone depauperate, rispetto a quelle con elevata densità abitativa.

Inoltre, ulteriori correttivi vengono apportati in base agli indici di deprivazione provinciali, che tuttavia, non essendo disponibili dall’ISTAT, vengono sostituiti con il reddito pro-capite. Una procedura che, oltre a penalizzare Caserta, dove i servizi pubblici sono pressoché inesistenti, non appare affatto adeguata, considerato che in tal modo non si riescono ad individuare – in maniera precisa – quelli che sono gli indicatori ufficiali accettati dell’UE, che si ricorda sono: arretrati nel pagamento di bollette, affitto, mutuo o altro tipo di prestito; riscaldamento dell’abitazione inadeguato; incapacità di affrontare spese impreviste (oltre i 700 €); incapacità di fare un pasto adeguato almeno una volta ogni due giorni; incapacità di andare in vacanza per almeno una settimana l’anno; non potersi permettere un televisore a colori; non potersi permettere il frigorifero; non potersi permettere l’automobile; non potersi permettere un telefono, sia fisso che mobile.

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