Abbiamo atteso Carnevale. Solo quando ogni scherzo vale Eugenio Di Santo può apparire puro e immacolato. E quindi oggi ritorniamo a parlare del mancato pagamento della Bucalossi da parte sua e dei suoi familiari all’epoca in cui era sindaco di Sant’Arpino. Di Santo il “Tennista”, neanche Roger Federer è al suo livello, e i suoi congiunti non hanno versato tutti gli oneri di urbanizzazione, pari alla bellezza di 27mila euro, per un permesso di costruire, il n. 36, rilasciato nel 2001 al padre Francesco Di Santo. La licenza prevedeva la realizzazione di “18 unità abitative e di un capannone” (andremo a verificare se è stata rispettata la cubatura). Con l’insediamento dell’amministrazione di Giuseppe Dell’Aversana il Comune ha predisposto una verifica della disastrosa situazione finanziaria per scovare gli evasori. Ed ecco che salta fuori il caso della famiglia Di Santo. Lui e i parenti non hanno versato ben 27mila euro. Parte l’ingiunzione di pagamento. E si scopre che nei confronti dei Di Santo il Comune non potrà più incassare i soldi. La somma da versare è prescritta essendo trascorsi 10 anni. Dal 2008 al 2013, con Di Santo sindaco, non ci sono stati atti interruttivi della prescrizione.
Torniamo a Carnevale. A seguito dell’articolo di Campania Notizie “Il Tennista” pubblica su Fb dei bollettini di pagamento per dimostrare che lui è sempre stato ligio alla legge. È uno scherzo. Ovviamente. Di cattivo gusto pure. E sì perché, come spesso gli capita, Di Santo mente sapendo di mentire. L’ex sindaco, che sogna di riacciuffare la fascia tricolore (è un sogno che non si avvererà mai), non pubblica il bollettino di versamento relativo alla parte restante della Bucalossi. I famosi 27mila euro andati in prescrizione. Del resto, considerato il suo quoziente intellettivo, dice una “balla” talmente gigantesca da apparire un bugiardo facilmente smascherabile soprattutto a Carnevale. Verificate voi stessi. In calce all’articolo pubblichiamo tutta la documentazione. In una lettera sottoscritta da Di Santo è lui stesso a contestare il decreto ingiuntivo del Comune rimarcando che i 27mila euro non possono essere riscossi per l’intervenuta prescrizione. E gli uffici preposti, constatato che erano trascorsi 10 anni, hanno annullato l’ingiunzione di pagamento proprio per questo.
Dopo il nostro articolo è probabile che il “Tennista” Eugenio Di Santo pubblichi un altro post per rivendicare la sua integrità morale. È Carnevale. Vestito da Pinocchio farebbe un figurone.
Mario De Michele
RICHIESTA FAMIGLIA DI SANTO DI ANNULLAMENTO
DETERMINA ANNULLAMENTO PAGAMENTO