“Con l’approvazione del bilancio la Regione ha dato di fatto corso alla privatizzazione dell’acqua in favore di Gori, prevedendo una “struttura di missione” (organo inventato dalla maggioranza che guida la Regione) che dovrà gestire l’intero sistema campano”. E’ la denuncia espressa dal Partito Democratico casertano che questa mattina, su iniziativa del responsabile provinciale agli Enti Locali, Luigi Munno, ha chiamato a raccolta consiglieri regionali e parlamentari per un confronto sul tema. “Quello che sta accadendo in Regione ha dell’incredibile”, ha esordito Munno: “E’ in atto un pericoloso attacco alla volontà espressa dai cittadini e si utilizza il sistema della fiducia per far passare un provvedimento contrario ad ogni logica democratica. Il Partito Democratico casertano, che da mesi combatte contro questi tentativi della giunta Caldoro, sta portando avanti una battaglia che coinvolge i vari livelli della rappresentanza istituzionale: non possiamo permettere che si privatizzi l’acqua a danno dei cittadini con un’azione politico-clientelare che porterà, da qui a qualche mese, all’assunzione di lavoratori senza alcun titolo”. Il riferimento è all’allegato al bilancio 2013 che all’art.10 (comma 88) contiene la nuova disciplina regionale in materia di gestione del sistema idrico integrato: “Un atto- sottolinea Lucia Esposito, consigliere regionale del Pd casertano- che di fatto assegna alla Gori il ruolo di gestore unico. Aver imposto la fiducia su un atto così importante nascosto e mascherato nel complesso disposto dell’allegato, significa offendere il normale dibattito democratico e svilire il ruolo del Consiglio ecco perché, come opposizione, abbiamo deciso di abbandonare l’aula al momento del voto in segno di denuncia di quanto sta accadendo”. Per Nicola Caputo, europarlamentare: “Il nuovo ruolo integrato delle acque della giunta Caldoro va contrastato in modo netto. Il Pd- dichiara- metterà in campo tutte le iniziative per bloccare un atto che presenta chiari profili di incostituzionalità perché, mettendo tutto nelle mani dei provati. è nettamente in contrasto con gli esiti referendari del 2011. L’acqua- scrive il rappresentante Pd- è un bene pubblico e non un affare privato”. Dello stesso tenore le dichiarazioni di Camilla Sgambato, deputata Pd: “Il maxiemendamento collegato della legge di stabilità, affida l’approvvigionamento e la depurazione delle acque per 36 mesi alla Gori rivelandosi solo come un tentativo di affidare a privati la gestione dell’acqua. Anche la decisione di creare una “struttura di missione” in sostituzione degli Ato sembra rispondere ad una unica volontà da parte della Regione di avere mani libere in tema di gestione accompagnando di fatto, la privatizzazione del servizio: uno schiaffo- conclude- alla volontà popolare che pure si era chiaramente espressa affiché l’acqua restasse un bene pubblico”. In conclusione l’appello di Munno che chiama a raccolta tutte le forze politiche casertane e regionali affinché si costituisca un fronte comune contro questo tentativo di delegittimare la volontà popolare: “Attendiamo- dichiara Munno- una presa di posizione anche da parte del Presidente della Provincia, Domenico Zinzi, finora muto su una questione di fatto e di merito così importante”