SAN NICOLA LA STRADA – “In città è sempre più allarmante il numero di rapine ed il dilagare di fenomeni di aggressività, illegalità e abusivismo, ma ora è forte il desiderio di sicurezza”. Lo afferma in una nota, Pierluigi Schiavone, coordinatore cittadino di Grande Sud tramite il portavoce della sezione locale Alan Giovanni Improta, commentando l’ultimo atto di violenza consumato un paio di giorni orsono fra lavavetri “in servizio” ai semafori del Viale Carlo III.
“La popolazione” – ha aggiunto l’esponente arancio – “vive nella paura e la disarmante e dichiarata impotenza delle Istituzioni, per ciò che è di loro competenza, nel garantire l’ordine pubblico, il rispetto della legalità e la lotta contro un abusivismo ormai più diffuso delle attività regolari, non genera di certo un clima sereno. La situazione è oramai insostenibile” – ha tenuto a sottolineare Schiavone – “bisogna intervenire più a fondo dello stop ai lavavetri, perché l’illegalità è troppo diffusa e c’è una evidente recrudescenza della criminalità. Perciò chiediamo al Prefetto e al Ministro dell’Interno Cancellieri di fare uno sforzo per questa città che alberga all’ombra della Reggia di Caserta, di inviare uomini e mezzi. Altrimenti rischiamo di perderla. Apprezziamo l’impegno del Prefetto, della polizia, dei carabinieri, della Polizia Locale e di tutte le forze dell’Ordine, ma ci sono carenze oggettive di organico. Urgono rinforzi per ripristinare un adeguato controllo sul territorio in città. Oramai le denunce dei cittadini non bastano se poi nessuno fa rispettare le regole. I cittadini si trovano con le spalle al muro. E hanno paura. Serve una presenza maggiore dello Stato, un controllo della città più stringente. Altrimenti San Nicola La Strada non può ripartire. Per questo motivo” – ha concluso il coordinatore di Grande Sud – “durante i prossimi fine settimana, alla Rotonda ed in Piazza Parrocchia, faremo una raccolta di firme da parte dei cittadini sannicolesi per chiedere ciò che è un diritto di ciascuno: maggiore sicurezza, legalità e rispetto per le regole che a noi italiani viene richiesto sempre, ma agli altri no, per un assurdo perbenismo che si traduce in un ipocrita concezione di integrazioni multirazziale”.
Nunzio De Pinto