CASERTA – Riceviamo e pubblichiamo la nota di Camilla Sgambato sul rilancio industriale della Provincia di Caserta. “Se la crisi ha colpito l’economia nazionale, a Caserta ed in Campania gli effetti si moltiplicano paurosamente per la mancanza di una prospettiva, sia di programma che di progetto, che ridisegni lo scenario industriale.

Negli ultimi anni assistiamo allo smantellamento di parti considerevoli del sistema industriale e che ancora oggi non trova un nuovo assetto su cui fondare il suo rilancio. Nonostante alcuni settori strategici come aerospazio e chimica, che fanno sentire positivamente il loro peso sulla bilancia commerciale con l’export, il manifatturiero trova solo alcune eccellenze che resistono alle produzioni di provenienze asiatica. Intanto il comparto aerospazio rappresenta una importante opportunità di sviluppo industriale in campo aerospaziale ed energetico caratterizzata dal Centro Italiano Ricerca Aerospaziale (C.I.R.A.) di Capua, un punto di eccellenza – unitamente a quel gruppo di aziende satelliti del settore aerospaziale – di rilievo internazionale. Un gioiello che vogliamo rilanciare sul piano regionale come simbolo della modernizzazione del settore produttivo e soprattutto capace di assorbire competenze professionali di altissimo profilo. Diverso il profilo della crisi nel settore dell’edilizia, comparto completamente fermo e sui cui crediamo, come ha indicato Enrico Letta, di intervenire con le leve degli incentivi e degli sgravi per famiglie ed imprese. Naturalmente per l’edilizia pensiamo al recupero del patrimonio storico evitando nuove cubature.

 

Polo della logistica: l’altra vocazione naturale casertana che è quasi ferma, mentre potrebbe essere la vera porta non solo del mediterraneo ma del medio oriente, un hub commerciale su gomma e rotaia, cui si deve aggiungere Grazzanise.

Per il settore primario possiamo ancora guardare avanti con cauto ottimismo sia per alcune produzioni di eccellenza come vino e mozzarella di bufala, ma le piccole aziende agricole rimangono deboli rispetto alla contrattazione e, spesso, come nell’ortofrutta, non hanno alcun potere commerciale pur essendo la terza provincia per produzione ortofrutticola. Ma Caserta ha anche bisogno di azione mirate specifiche, come potrebbe essere di riprendere le proposte delle zone franche dove incentivare gli investimenti che altrimenti non avrebbero motivo di venire nel nostro territorio, e la leva fiscale rimane uno dei fattori per attrarre investimenti consistenti.

Infine turismo e commercio, rimangono due settori la cui crisi, paradossalmente, possono diventare una nuova opportunità che si decide di programmare integrando i due settori! Solo programmando azioni comuni di intervenendo, dalla promozione e marketing, alla realizzazione dei centri commerciali naturali che possono rivitalizzare angoli suggestivi delle città. Ed è proprio creando un forte intreccio tra turismo e commercio urbano, si potrà limitare la cannibalizzazione  dei grandi centri commerciali.

In provincia di Caserta è possibile uscire dalla crisi solamente unificando e mettendo assieme tutte le forze dello sviluppo.

Infine Caserta potrà uscire dalla crisi se si esce dalla evidente subalternità napolicentrica unificando in un’unica idea di sviluppo che percorra l’intero territorio – dalla fascia costiera al Matese – in una proposta politico programmatica unificante”.

 

 

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