“Bene i tagli ai costi della politica, sono un segnale importante, ma non basta ancora. C’è tanto ancora da fare per scardinare privilegi e liberare la Regione da costose incrostazioni e sacche di inefficienza”. Lo ha dichiarato Nicola Caputo Consigliere regionale (Pd) e Presidente della Commissione Trasparenza “Si è lavorato in questi mesi per operare tagli concreti alle spese, – spiega Caputo – abbiamo ridotto del 30% le indennità dei consiglieri, tagliato i fondi ai gruppi, così come quelli per le spese di supporto sulle attività istituzionali e per la comunicazione, è stato dato un taglio netto alle spese per la telefonia ed eliminato l’uso delle auto blu”.

“Una politica di sobrietà iniziata ben prima che il governo nazionale emanasse il decreto sui tagli alla politica ma che non risolve completamente il problema del rigore. Non sono stati toccati, per esempio, i fondi a disposizione della Giunta regionale e per gli uffici di diretta collaborazione del Presidente Caldoro così come non si è dato alcun taglio alle numerose consulenze esterne”. “Restano inoltre molte criticità nella sanità dove, dopo anni di commissariamento, permangono aree di spreco e forte ancora si presenta l’ingerenza della politica al punto da impedire le necessarie ristrutturazioni aziendali basate sul merito. E’ necessario che tutti si adeguino, in un momento in cui la crisi morde in modo implacabile in particolare i cittadini campani e delle regioni del mezzogiorno”. “Un piano serio di riduzione dei costi – precisa Caputo – dovrebbe razionalizzare le società partecipate che, senza alcun tipo di controllo da parte degli uffici della Regione, ancora adottano procedure di tipo privatistico senza adeguarsi alle normative pubbliche e che, in alcuni casi, rappresentano pozzi di spesa senza fondo”. “Ancora dovrebbe essere rivista la macchina burocratica che permette il funzionamento della Giunta e del Consiglio regionale, a partire dalle forniture per la gestione degli uffici fino al personale e ai dirigenti: non sempre competenze, ruoli e funzioni giustificano stipendi che vanno oltre i 100 mila euro. E’ necessario inoltre, ridurre al minimo i fitti di locazione, i servizi di informatizzazione, pulizia, portierato e vigilanza”. “C’è bisogno che tutti facciano la propria parte. Tanto lavoro è stato fatto, e tanto ancora rimane da fare. Ma i cittadini campani sono alle prese con una crisi economica severissima e dopo i tagli e le razionalizzazioni, c’è bisogno di politiche capaci di rimettere in moto la regione partendo da misure non più procrastinabili a sostegno delle fasce più deboli e per il tessuto produttivo. Dunque, – conclude Caputo – bene i tagli alla politica, per dirla con Caldoro e Romano, ma ora si proceda con rigore a completare il processo di ristrutturazione e riforma dell’Ente Regione

 

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