CASERTA – Matteo Renzi arriva con il suo camper in piazza Dante, cuore di Caserta, intorno alle 12.45, in ritardo di 45 minuti sulla tabella di marcia perché – come spiega nella rapida corsa su via Mazzini – di aver rischiato di sfasciare il tetto del camper al Ponte di Ercole. Ad attenderlo i politici del Pd che ne sostengono la candidatura alle primarie, tra cui il loro leader Carlo Marino, consigliere comunale di minoranza, ma anche il sindaco Pdl del capoluogo Pio Del Gaudio. C’é soprattutto tanta gente comune, accorsa per curiosità, tra cui decine di giovani, come era prevedibile, ma anche molti anziani.

Nel comunale, gremito in ogni ordine di posto, poi spiccano le presenze di Luigi Cobianchi, capogruppo di Fli in consiglio comunale, ma anche quelle di Michele Farina, ex assessore Pd e attualmente dirigente dell’Mpa e Edgardo Ursomando consigliere comunale della lista Caserta Viva. In prima fila anche l’aversano Lello Santulli, fratello di Paolo. C’erano anche Dionigi Magliulo, sindaco di Villa di Briano, Emiddio Cimmino, sindaco di San Tammaro e consigliere provinciale così come Giuseppe Delli Curti e Antonio Mirra.  Nutrita anche la pattuglia di San Nicola con i consiglieri comunali Lucia Annunziata e Raffaele Narducci. Grande assente la nomenclatura del Pd fatta eccezione per il segretario di Caserta Desiderio e Loredana Affinito di Capua.

“Rottamali tutti” è il grido che si alza mentre Renzi cammina a passi veloci in via Mazzini per raggiungere il teatro comunale, dove lo attendono oltre mille persone, molte delle quali in piedi. Dopo aver chiesto scusa per il ritardo, il sindaco di Firenze inizia con una battuta riservata all’ad di Fiat Marchionne (“a Firenze abbiamo inventato il Rinascimento, loro la Duna”) – una serie di proposte mentre sullo schermo venivano proiettati immagini con cifre e volti.

Renzi parla di agricoltura e di Reggia di Caserta infiammando il pubblico presente in sala.

“E’ necessaria una task force sull’ evasione – dice – in modo da ridurre le tasse, come ho già fatto io nella mia città. Bisogna inoltre sostenere i ceti medi: per farlo io propongo di dare 100 euro in busta paga a tutti i lavoratori dipendenti che guadagnano meno di 2000 euro al mese. Stesso discorso per le piccole e medie imprese che sono in agonia: circa 20 miliardi di soldi europei potrebbero essere dirottati verso un fondo che serva a finanziarle, come già fanno gli altri paesi. Se non si hanno idee nuove, perché non copiare quelle buone?”.

Tanti applausi quando dice che “va dimezzato il numero dei parlamentari”, che “gli insegnanti vanno sostenuti, e non solo economicamente”, e infine che “l’incremento di asili nido, settore in cui la Campania sta messa male, è una priorità anche per aumentare l’ occupazione femminile”. Dopo un tributo a Massimo Troisi, ecco l’invito rivolto direttamente alla platea: “Non vi chiedo di darmi il voto, ma di incuriosirvi, di appassionarvi, informarvi sulle proposte concrete; vi chiedo dunque di mettervi in gioco, come ho fatto io, perché il Paese è di tutti”. Il comizio si conclude con il video di un discorso di Barack Obama. Un militante del Pd lo insegue e gli dice che avrebbe preferito il discorso di Berlinguer. “Questione di punti di vista” dice Renzi prima di rientrare in camper e partire alla volta di Roma.

Prima di arrivare a Caserta il sindaco di Firenze aveva arringato 1500 persona a Salerno. “Il centrosinistra per 20 anni si è alleato non per qualcosa ma contro qualcuno. L’unica politica era l’antiberlusconismo che per 20 anni ci ha regalato Berlusconi”, ha detto Renzi dal palco. Ad ascoltarlo oltre un migliaio di persone, molti giovani giunti anche dalla provincia. Tra i politici alcuni ex (Angelo Villani, già presidente della Provincia, e Mario De Biase, già sindaco del capoluogo) e alcuni giovani sindaci del Vallo di Diano (Giffoni, Sassano e Atena Lucana, Centola-Palinuro, Casalbuono. Assente, come previsto, il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, schierato con Bersani. “Grande e affettuosa stima per il sindaco di Salerno – ha detto Renzi – che ha scelto di sostenere Bersani. Per molti aspetti è comprensibile, vista la vicinanza generazionale che li accomuna. Ma noi non facciamo una battaglia né contro Bersani né contro De Luca”.

INTERVISTA A RENZI

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