CASERTA – Oggi 15 febbraio si è riunita la direzione provinciale MPA per analizzare la situazione politica in provincia di Caserta anche in considerazione dell’approssimarsi di una scadenza elettorale importante, che riguarderà molti comuni della nostra Provincia. Dopo un ampio dibattito, all’unanimità, si è convenuto, per quanto riguarda le ultime vicende in seno all’Amministrazione Provinciale, di prendere le distanze da questo ennesimo atto di prepotenza, finalizzato alla sola crescita del “partito del Presidente”, verificatosi nell’ultimo consiglio Provinciale, che ha avuto come unica conseguenza quella di minare ulteriormente, la già precaria, maggioranza elettorale (e mai politica) uscita vincitrice alle scorse elezioni Provinciali.
Anche alla luce di tutto ciò, la costruzione a Caserta del Terzo Polo, nelle forme e con la caratterizzazione che esso ha a livello nazionale, è operazione politicamente impraticabile. La ragione deve essere individuata, com’è a tutti noto, nell’atteggiamento equivoco e opaco dell’Udc, da intendersi, quest’ultimo, sia nei suoi riferimenti politici che istituzionali ai massimi livelli (presidenza della Provincia). È di solare evidenza, infatti, che l’Udc locale coltiva il progetto di costruzione del Terzo Polo a fasi alterne, cioè a dire a seconda delle convenienze: quando è in crisi l’alleanza con il Pdl o comunque quando i rapporti con tale forza politica sono tesi, ecco che l’Udc (ora per bocca del segretario provinciale, ora con annunci roboanti della direzione provinciale) tira fuori dal cassetto propositi bellicosi e arrembanti, che fanno perno proprio sull’attivazione del Terzo Polo (forza autonoma) in provincia di Caserta come spauracchio per il Pdl; nei momenti, invece, di bonaccia, tutto si impantana e finisce nelle sabbie mobili di incontri inconcludenti, diserzioni, tatticismi e melina. D’altro canto, l’interlocuzione con gli altri soggetti del Terzo Polo è avvenuta sempre in un clima di ostilità malcelata, estrinsecatasi ora in atti di sabotaggio compiuti, a livello locale, in danno dei partiti che dovrebbero allearsi, ora nella scarsa o nulla considerazione dell’apporto da essi fornito negli ultimi snodi elettorali (emblematico è il caso dell’amministrazione provinciale, dove la forza attrattiva del presidente, in ragione del potere esercitato, assume gli spiacevoli connotati di una permanente campagna acquisti o di un potere interdittivo, avente come scopo unicamente la sterilizzazione del ruolo dei partiti). Per questi motivi, nello spirito del partito autonomista e di vera forza rappresentativa dei territori, alle prossime amministrative, le nostre uniche valutazioni ai fini delle alleanze saranno improntate sui programmi e sugli uomini che li devono realizzare.