CAPODRISE – Domenica mattina, con le conclusioni affidate al leader nazionale del partito, Pier Ferdinando Casini, è calato il sipario sul tradizionale appuntamento annuale dell’Udc al Parco Fucoli di Chianciano Terme, in provincia di Siena. Emblematico ed evocativo il titolo scelto per la convention: “Le primarie delle idee per la rinascita dell’Italia”.

«È stata una tre giorni di lavoro entusiasmante – esordisce il sindaco Angelo Crescente -, nella quale si è dato massimo spazio ai contributi esterni al partito, attraverso un’assemblea plenaria cui hanno partecipato autorevoli personalità del mondo sindacale, dell’associazionismo, della politica, del governo e delle istituzioni». Folta la delegazione di Capodrise, con in testa il segretario del partito Grazia Giaquinto e il sindaco Crescente, che è partita alla volta di Chianciano già venerdì. A più riprese, nella folta platea del Parco Fucoli si sono intravisti, tra gli altri, l’assessore ai lavori pubblici e all’urbanistica Gaetano Argenziano, l’assessore all’ambiente Giuseppe Montebuglio, il presidente del consiglio comunale Enzo Negro, il presidente del Centro studi “De Gasperi” Salvatore Liquori e l’architetto Carlo Pontillo. «Oltre a quelli di Casini e di altri esponenti dell’Udc – rivela Crescente -, ho apprezzato gli interventi di Savino Pezzotta, di Giuseppe Pisanu, di Giorgio La Malfa e del ministro Corrado Passera. Nelle loro parole ho intravisto, forse per la prima volta, i presupposti per costruire un vero partito per l’Italia, non leaderistico, rinnovato nei valori e spalancato alla partecipazione di tutti. La lezione che mi sono portato a Capodrise – aggiunge – è proprio questa: sia nell’agire politico che in quello amministrativo è fondamentale aprirsi, superare gli steccati ideologici, i confini delle sezioni di partito o delle cosiddette stanze del potere e ascoltare anche chi, in apparenza, sembra distante, con un’attenzione particolare al mondo del volontariato e delle associazioni, che in questa fase storica stanno svolgendo un importante ruolo di supplenza. Bisogna riscoprirsi comunità, sia quando si riflette sull’Europa sia quando ci si interroga sul concetto di cittadinanza. Gli anni che stiamo attraversando, resi così impervi dalla congiuntura economica, necessitano – conclude Crescente – di una nuova assunzione di responsabilità, in cui si dovrà essere pronti a perdere un po’ di sé per acquistare tanto dell’altro».

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