CASERTA – Cosa resterà di questi anni ’80? Lo cantava un giovanissimo Raf, sul finire di quel decennio. Ora a Caserta abbiamo una risposta: è rimasta una grande nostalgia, almeno nel cuore dei commercianti casertani e dei loro rappresentanti, di una cultura che speravamo vecchia e superata, e che al contrario torna prepotentemente alla ribalta.
La cultura è quella dell’ uso dell’automobile, della sua illusione di libertà senza confini, del suo essere considerata come ineluttabile ed insostituibile modello di trasporto. Anche in una città “francobollo” come la nostra. Nelle proposte che le associazioni dei commercianti hanno depositato sul tavolo di Sindaco ed Assessore alla Mobilità, vi è qualche sprazzo di buono (riqualificazione delle villette di via Galilei e del Parco del Corso, e modulazione delle ZTL tra stagione estiva ed invernale: lo aveva proposto già Speranza per Caserta con una mozione, bocciata dall’Assise Comunale), e tanto sapore di “ritorno al passato”, in barba ad indirizzi europei, continuità amministrativa, buon senso. Anche le risposte fornite dall’Amministrazione non brillano: in buona sostanza, “non possiamo togliere del tutto la ZTL perché le strade sono già troppo rovinate” (quindi se il basolato non fosse una gruviera, via libera alle auto?) e “la ZTL incide per sole sei ore nei giorni feriali” (infatti è una vergogna il traffico mattutino in via Mazzini, piazza Duomo, via Redentore, che a nostro avviso dovrebbero essere pedonali 24 ore su 24). Ebbene, Speranza per Caserta ribadisce, ancora una volta, un paio di concetti fondamentali. Innanzitutto, massimo rispetto per la categoria dei commercianti della città, che vivono un momento critico dovuto alla congiuntura economica mondiale ed alla concorrenza insostenibile dei centri commerciali (queste sono le vere cause…), ma nelle scelte sulla mobilità e sulla vivibilità l’Amministrazione deve ascoltare tutta la cittadinanza e non solo i commercianti. In secondo luogo, spiace rilevare che, gira e volta, si è tornati a parlare di mobilità sempre e soltanto in funzione delle zone a traffico limitato; ancora nessuno che si prenda la briga di affrontare il tema in maniera integrata, sia in termini tecnici che culturali. Non c’è programmazione, non si sente parlare di mobility management, nonostante ciò che prescrive la normativa di riferimento da oltre un decennio. La mobilità sostenibile, per ora, abita altrove: lontano da Caserta.