Ernesto Ferrante, Carmine Alma, Amelia Bortone e Maria Verde

“No” alla sospensione della sentenza del Tar. La terza sezione del Consiglio di Stato non accoglie il ricorso di Ernesto Ferrante, Carmine Alma, Amelia Bortone e Maria Verde. Gli ex consiglieri di minoranza si erano opposti davanti al tribunale amministrativo della Campania alla decadenza dalla carica votata in assise dalla maggioranza targata Enzo Guida. Ma il Tar non aveva accolto le loro rimostranze. Anche la seconda tappa della contesa giudiziaria è appannaggio dell’amministrazione comunale. L’ordinanza dei magistrati (presidente Michele Corradino) lascia pochi dubbi anche sull’esito della sentenza di merito prevista, a questo punto, nei prossimi mesi. “Ritenuto che – si legge nell’ordinanza – l’appello cautelare non è assistito dal prescritto fumus boni iuris risultando, alla luce della sommaria delibazione tipica di questa fase, che la sentenza impugnata appare congruamente motivata, sia con riferimento alla inadeguatezza delle giustificazioni addotte quale causa delle ripetute assenze dalle sedute del Consiglio comunale, sia con riguardo all’insussistenza delle dedotte violazioni procedimentali. Ritenuto, inoltre, – aggiungono i giudici – quanto al dedotto periculum in mora, che il consiglio comunale ha già provveduto alla surroga dei consiglieri dichiarati decaduti garantendo così il regolare funzionamento del consiglio comunale, rispetto al quale l’interesse dell’appellante risulta sicuramente recessivo. Ritenuto conclusivamente che l’appello cautelare va respinto e che sussistono, comunque, i presupposti per la compensazione delle spese relative alla presente fase. Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale respinge l’istanza”. Un’altra vittoria importante e decisiva dell’avvocato Giuseppe Costanzo (e quando perde!) che mette al riparo il sindaco Guida e la maggioranza da brutte sorprese. A Ferrante, Alma, Bortone e Verde non resta che proporre un’opposizione fuori dalle istituzioni visto che quella interna è praticamente scomparsa. “Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare”, direbbe il sommo poeta.

Mario De Michele

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