“Questi primi provvedimenti rappresentano una risposta concreta alle esigenze delle famiglie. Finalmente possiamo restituire dignità e certezza, favorendo un’urbanistica più coerente con la realtà dei nostri cittadini. È un passo importante verso una maggiore qualità della vita e un uso più razionale e funzionale del patrimonio immobiliare del nostro territorio” (comunicato stampa in basso). Durante la nostra momentanea assenza forzata Enzo Guida e Mimmo Mangiacapra hanno rivendicato, con coraggio o spregiudicatezza a seconda dei punti di vista, la concessione da parte dell’ufficio tecnico comunale di nove permessi per il cambio d’uso di altrettante case-ufficio. Si tratta di appartamenti che fanno parte del parco sito in via Matteotti, nei pressi del supermercato Lidl. Con il medesimo coraggio o spregiudicatezza il sindaco e il delegato all’Urbanistica hanno aggiunto: “Soprattutto diamo una risposta a quanti ritenevano che questo provvedimento non sarebbe mai pervenuto”. Le dichiarazioni di Guida e Mangiacapra ricalcano la falsariga tracciata lo scorso 7 febbraio, quando il consiglio comunale approvò la delibera di indirizzo per autorizzare i cambi di destinazione d’uso degli immobili ricadenti nelle zone D, destinate agli insediamenti commerciali e produttivi.

Enzo Guida

Nell’approccio delle due massime cariche istituzionali si è fin da subito fatto largo il consueto e stucchevole tentativo di mettere gli uni, i proprietari, contro gli altri, coloro i quali sostengono che l’iter seguito dall’amministrazione non sia legittimo. Nessuno meglio della fascia tricolore è bravo a scrivere sulla lavagna i nomi dei “buoni e dei cattivi”. Manco a dirlo i “buoni” sono lui e il suo cerchio tragico, mentre i “cattivi” sono sempre e comunque le persone libere che si oppongono al sistema di potere consolidatosi negli degli ultimi 10 anni e basato sulla logica antidemocratica racchiudibile nel motto “o stai con me o stati contro di me”. Per cui il sovrano è intoccabile e chi osa criticarlo viene messo alla gogna social e non solo. In un paese civile e normale invece le critiche sarebbero considerate un pungolo per fare meglio. A Cesa non funziona così. Purtroppo.

ATTI ILLEGITTIMI, IL SALVA CASA NON RIGUARDA LE ZONE D
Torniamo ai cambi d’uso. Li ha concessi il responsabile dell’area Urbanistica Giacomo Petrarca. E da quanto ci è dato sapere si tratta di atti illegittimi. Quindi, lo diciamo in prima battuta, tutti annullabili in autotutela in qualsiasi momento, soprattutto in caso di un’inchiesta della magistratura. Perché sono provvedimenti illegittimi? Lo si è evince dal comunicato stampa pubblicato sulla pagina Fb Comune di Cesa. “La procedura, per consentire il cambio di destinazione d’uso da commerciale a residenziale di numerosi immobili situati sul territorio, – recita un passo della nota – è avvenuta con la concreta applicazione al Decreto Salva Casa (art. 23-ter del DPR n. 380/01 modificato dalla legge 105/2024) e in attuazione della delibera del Consiglio Comunale n. 3 del 7 febbraio 2025”. In altre parole i permessi sono stati rilasciati in base al Salva Casa di Salvini. Se è questo l’appiglio normativo al quale si è aggrappato l’architetto Petrarca i proprietari degli immobili hanno ben poco da star sereni. Basta dare una veloce scorsa alla legge voluta dal vicepremier leghista per comprendere al volo che il Salva Casa non riguarda le zone D, le quali non possono diventare equipollenti alle zone A (centro storico), B (aree urbane consolidate) e C (residenziali di nuova espansione). Il Salva Casa esclude espressamente la possibilità di sanare le difformità urbanistiche nelle zone D tramite il cambio di destinazione d’uso. Ne consegue, strano che Petrarca non lo sappia, che la difformità urbanistica di immobili presenti in zona D in mezzo ad altri immobili realizzati, ad esempio, in zona C può essere superata solamente con una riclassificazione dei suoli. Quindi attraverso una variante al Puc. C’è di più e di peggio. A quanto pare le nove concessioni sono state rilasciate in seguito al pagamento degli oneri degli standard urbanistici dell’intero parco. Tutto inutile e “contra legem” perché non sta né in cielo né in terra asserire che gli standard sono quelli del titolo abilitativo che ha autorizzato la costruzione. Per legge è necessaria la verifica sulla nuova destinazione impressa all’immobile, dunque gli standard vanno riconteggiati e si devono stabilire le modalità per reperirli o per monetizzarli. Ad esempio, per i servizi primari e secondari vanno specificate la qualità e la quantità, cioè va esplicitato in che modo viene verificata l’esistenza e la sussistenza di tali servizi. Lo stabilisce il D.M. 144419/68 che suddivide gli standard urbanistici in tre categorie.

Enzo Guida e Giacomo Petrarca

INGENTE CONSUMO DI CUBATURA E CONTRASTO CON IL PTCP
Pur volendo prendere per buona, ma è impossibile farlo, la strada percorsa da Guida, Mangiacapra e Petrarca, si pone all’atto pratico un altro problema insormontabile. Gli standard urbanistici in questione ricadono all’interno del parco, cioè nella proprietà privata, o sono a disposizione dei cittadini? Sicuramente una parte di essi non potrà essere destinata all’uso pubblico, essendo nell’esclusiva disponibilità dei proprietari degli immobili. Per aggirare l’ostacolo servirebbe una sanatoria tombale nazionale, tutt’altra cosa rispetto al Salva Casa di Salvini. Qualora la procedura seguita da Petrarca e sposata da Guida e Mangiacapra fosse regolare, e non lo è affatto, l’impatto sul territorio sarebbe comunque devastante. Attraverso i cambi d’uso circa 200 appartamenti diventerebbero case per civili abitazioni, con un significativo aumento della cubatura complessiva. Gli effetti sarebbero duplici: da un lato non si potrà più posare nemmeno un mattone per una ventina d’anni, con grave nocumento per l’edilizia domestica, dall’altro si andrebbe in contrasto con il Piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP). Altra illegittimità. Non solo. In caso di variante al Puc si potrebbe andare ben oltre la cubatura consentita per legge, con il rischio concreto di una bocciatura senza appello.

Concludiamo andando a monte della questione. Come già detto e ribadito in più occasioni, le difformità urbanistiche delle case-ufficio non posso essere “sanate” con il Salva Casa. È un’operazione illegittima già alla fonte. Sulle zone D non possono insistere immobili per civili abitazioni. Per fare le cose per bene, secondo legge, andrebbero riclassificate le aree. La scorciatoia della legge Salvini conduce in un vicolo cieco. Tutte le concessioni di cambio d’uso sono carta straccia. E con il probabile intervento delle autorità competenti verrebbero annullate perché illegittime. È difficile dire se Guida e Mangiacapra siano coraggiosi o spregiudicati. Ciò che è certo e allo stesso tempo inspiegabile è come mai Petrarca abbia preso un abbaglio così clamoroso. Alla fine le maggiori responsabilità ricadranno su di lui. Non potrà dire di non sapere. Era ed è tutto chiaro come il sole.

Mario De Michele

IL COMUNICATO STAMPA DEL COMUNE

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