Non c’è tregua per l’amministrazione comunale di Cesa. Piero Cappello dovrà comparire davanti al giudice per l’udienza preliminare il prossimo 19 dicembre per i presunti appalti truccati ai tempi in cui era in servizio al comune di Calvi Risorta. L’inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli vede coinvolti in tutto 14 indagati. Cappello fu individuato dal sindaco Enzo Guida, tramite ex art. 110 del Tuel, come responsabile del settore Lavori pubblici del comune di Cesa. Una “scelta connotata dal carattere fiduciario”, come ha ribadito il Tar Molise nella sentenza n. 4 dell’11 gennaio 2024, confermando un noto orientamento del Consiglio di Stato e della Cassazione. In pratica, nonostante la procedura selettiva, spetta al sindaco stabilire quale sia “il profilo professionale maggiormente rispondente alle esigenze di copertura dall’esterno dell’incarico dirigenziale” (Consiglio di Stato, sez. V, sent. 29 maggio 2017, n. 2526). Guida sceglie Cappello quando non era indagato, va detto. Ma è anche vero che la sua gestione dell’Asi Caserta è stata sempre molto chiacchierata. Resta la responsabilità politico-amministrativa del primo cittadino di aver puntato su un dirigente che oggi è coinvolto in un’inchiesta della Dda. Guida ha peccato almeno di poca lungimiranza. Anche perché successivamente Cappello è stato assunto a tempo indeterminato dal comune di Cesa avendo vinto il concorso per istruttore tecnico. È uno dei concorsi finiti in un turbinio di polemiche per la nutrita partecipazione di parenti degli amministratori locali e di persone “organiche” alla maggioranza di centrosinistra (link in basso). Al secondo posto si piazzò Giacomo Petrarca, anche lui “pescato” tramite 110, assunto a Cesa in seguito allo sdoppiamento dell’ufficio tecnico in due aree: quella Lavori pubblici, affidata a Cappello, e quella Urbanistica assegnata allo stesso Petrarca. A ruota dei due assunti, con ottime possibilità di essere inquadrati in altri enti locali, figurano Giuseppe Mangiacapre, segretario-reggente del Pd di Cesa, Cesario Villano, cugino omonimo dall’ex assessore ai Lavori pubblici, oggi consigliere delegato al ramo, e Luigi Migliaccio, cugino dell’assessore Francesco Turco. In scia anche Michele Autiero, fratello del capogruppo di maggioranza Nicola Autiero, la cui figlia Alessia è stata assunta di recente dal comune di Sant’Arpino, grazie allo scorrimento della graduatoria di un altro concorso comunale bandito da Cesa, quello di collaboratore amministrativo che vede tra gli idonei, si dice rinunciatari ma non è stato ancora confermato in modo ufficiale, Fabio Guida e Erika Alma, rispettivamente fratello e compagna della fascia tricolore Guida.
L’ASSE CESA-MONDRAGONE E GLI INCACHI AI PARENTI
Il concorso in questione è salito alla ribalta per la decisione della giunta di Mondragone di attingere dalla graduatoria di Cesa per un posto di collaboratore amministrativo (clicca qui). È un fatto notorio che l’esecutivo mondragonese sia emanazione politica del consigliere regionale deluchiano Giovanni Zannini, col quale il sindaco dem Guida ha instaurato, come dimostrano le sue uscite pubbliche, un ottimo rapporto personale e istituzionale. Nei giorni scorsi Zannini è incappato in un procedimento per corruzione e concussione. Rewind su Cappello. Come detto, dopo l’assunzione a Cesa a tempo indeterminato si occupa del settore Lavori pubblici. In qualità di funzionario adotta ben otto determine per affidare direttamente altrettanti incarichi professionali ai parenti degli amministratori di Cesa. Tre a Luigi Marrandino, zio di Erika Alma, tre a Luigi Migliaccio, cugino dell’assessore Turco, uno a Michele Autiero, fratello del capogruppo di maggioranza Nicola Autiero, uno a Cesario Villano, cugino dell’ex assessore ai Lavori pubblici, ora consigliere di maggioranza suo omonimo. Affidamenti diretti per un totale di 260mila euro. L’ultimo di 77mila euro a beneficio di Villano pochi giorni prima di essere arrestato nell’inchiesta di Calvi Risorta, i domiciliari scattarono il 9 novembre 2023. Cappello fu poi scarcerato il 24 novembre dal Riesame che si pronunciò sulla misura cautelare senza intaccare l’impianto accusatorio. Gli incarichi professionali diretti fanno scalpore non solo per l’entità economica ma anche perché in molti casi i tecnici-parenti offrono ribassi irrisori, tra l’1% e il 6%. Come venivano individuati i professionisti “illustri”? Tramite il Mercato elettronico della pubblica amministrazione. Lo stesso Mepa che, secondo i magistrati antimafia, Cappello avrebbe “manomesso” per truccare appalti per 3 milioni di euro a Calvi Risorta. Secondo l’accusa, Cappello avrebbe “nascosto” il sistema informatico che sarebbe stato il metodo con cui le gare sarebbero state taroccate dal tecnico comunale di Cesa, ex presidente Asi, in servizio a Calvi Risorta. Il programma era denominato “Quaderno di epidemiologia del Prof. Ezio Bottarelli”, ma in realtà era il sistema informatico che avrebbe fatto inserire nel portale dell’Asmel, le ditte segnalate da Tullio Iorio e Raffaele Pezzella. Il rapporto tra i due imprenditori, ritenuti dalla Dda di Napoli collusi al clan dei Casalesi, finanziatori della camorra, e Cappello sarebbe di lunga data, legato a “rapporti collusivi”, dicono gli investigatori. I falsi sorteggi avrebbero portato a Raffaele Pezzella e Tullio Iorio circa tre milioni di euro, ovvero l’affidamento delle gare per i lavori di manutenzione straordinaria delle strade e per l’adeguamento sismico e l’efficientamento energetico del complesso scolastico Cales. Ricordiamo che oltre ai già citati Cappello, Iorio e Pezzella sono indagati anche l’ex sindaco Giovanni Lombardi, Francesco Verazzo, Carmine Petrillo, Carlo D’Amore, Gennaro D’Ascenzio, Carlo De Caprio, Massimo Di Stefano, Francesco Di Fiore, Giuseppe Napoletano, Giuliano Cipro, e Teresa D’Alessandro.
GUIDA VA NEL PANICO E RENDE CAPPELLO “INNOCUO”
Dopo lo scandalo di Calvi Risorta il sindaco Guida va letteralmente in preda al panico. Nel dicembre 2023 il comune di Cesa toglie dalle grinfie di Cappello ben 35 lavori in corso di esecuzione affidandoli a Giacomo Petrarca. Il responsabile di Urbanistica si “autonomina” nuovo responsabile del procedimento (link in basso). La revoca era una scelta obbligata, come segnalato più volte da Italia Notizie. Ma Guida ha tentato in ogni modo di non arrivare a tanto. Di fatto ha scelto lui Cappello. Revocargli la mansione di Rup rappresentava la dimostrazione lampante di un errore pacchiano dal punto di vista politico-amministrativo. Dal punto di vista giuridico non si è colpevoli fino a terzo grado di giudizio, questo è pacifico. Ma sul terreno dell’opportunità politica e istituzionale è tutt’altra storia. Non a caso Guida ha poi spostato in altro settore Cappello affidando a Petrarca sia l’area Urbanistica che quella Lavori pubblici. Una una domanda nasce spontanea: perché non sono state revocate o passate al setaccio anche le determine con cui Cappello ha affidato 260mila euro di incarichi professionali diretti ai parenti degli amministratori locali? Strabismo amministrativo.
Mario De Michele
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