di Mario De Michele
Se prima era un sospetto ora è una certezza. Gianpiero Zinzi è il vero candidato sindaco alle comunali di Marcianise. Mai come in questi giorni il deputato della Lega ha palesato una forma acuta di incontinenza. Nel giro di poche ore è intervenuto per sollevare il presunto caso Laura Leoncini. Prima ha attaccato il centrosinistra locale capeggiato da Lina Tartaglione. Poi a stretto giro se l’è presa con il commissario provinciale del Pd Susanna Camusso. Zinzi jr appare in preda ad una irrefrenabile smania di protagonismo. Qual è l’oggetto del contendere? Farsesco, in verità. Per l’esponente del partito di Salvini “si configura un chiaro conflitto di interessi nel caso della candidatura al consiglio comunale della Leoncini, direttore sanitario dell’ospedale di Marcianise”. Ma di che stiamo parlando? Del nulla cosmico. Con sprezzo della decenza Zinzi ha addirittura presentato un’interrogazione parlamentare al ministro della Salute Orazio Schillaci. “Una scelta eticamente imbarazzante – scrive il deputato della Lega – che fotografa una regione in cui non si chiede al direttore di un ospedale di alzare i livelli dell’assistenza sanitaria, ma “solo” di portare voti alla causa del Pd per restare al suo posto”. Sott’accusa il governatore Vincenzo De Luca. Poi la bordata alla senatrice dem Camusso: “Passa dall’essere paladina dei deboli al difendere a spada tratta il sistema di potere nella sanità campana”. L’ex segretario nazionale della Cgil ha risposto per le rime: “È il classico metodo leghista di creare confusione sperando di lucrare un vantaggio elettorale”. Andiamo nel merito. Il buon Gianpiero, che finora si è contraddistinto in Parlamento per una attività diafana, sventolo il vessillo del clientelismo nell’ambito sanitario. Proprio lui che proviene da una famiglia che ha fatto una bandiera del “clientelismo sanitario”. Vedasi Mimì Zinzi, già super assessore regionale alla Sanità. Tutti ricordano i tempi d’oro dell’ex presidente della Provincia di Caserta. Le mani sulla Sanità per raccogliere caterve di voti. Insuperabile. Con quale faccione Zinzi jr si scaglia contro il centrosinistra marcianisano per il “caso” Leoncini? Il “grave reato” della candidata sarebbe quello di essere direttore sanitario dell’ospedale. Se fossimo a Carnevale si potrebbe pensare a uno scherzo. Ma il periodo carnevalesco è passato da tempo. Da qui stupore e sconcerto misti a una grassa risata. Se fosse fondata l’accusa del deputato leghista anche Antonio Trombetta, candidato sindaco della coalizione di centrodestra, sarebbe in pieno conflitto di interessi. È medico di base. Peggio che andar di notte. E che dire del consigliere regionale Luigia Iodice? È un apprezzato medico. Ma che male c’è? Ai medici non sono stati cancellati i diritti civili e politici. Per fortuna. Gianpiero Zinzi lo sa bene. Suo padre è laureato in Medicina e Chirurgia. Dando per buona la teoria del parlamentare leghista anche Zinzi senior non avrebbe potuto fare politica. Addio trentennali mandati in Regione, alla Provincia e alla Camera. Suvvia, facciamo i seri. Il buon Gianpiero ha fatto la pipì fuori dal vaso. Cessi questa polemica strumentale e ridicola che come direbbe Fantozzi è una c…ta pazzesca.