“Poche ore di pioggia hanno messo in ginocchio mezza Calabria con livelli di criticità altissimi. Non si può continuare in questo modo aspettando che si verifichi la prossima esondazione per contare i danni materiali e le vittime. Bisogna intervenire subito con la messa in sicurezza del territorio, non c’è più tempo per le analisi”. Lo ha dichiarato Nicola Caputo Parlamentare europeo del Pd, Gruppo S&D “Da Genova alla Calabria, il nostro paese è ciclicamente vittima di disastri – spiega l’europarlamentare – aggredito da abusivismo e condoni, tombamenti di corsi d’acqua, concessioni edilizie in zone a rischio esondazione e da una profonda carenza di pianificazione. A questo si aggiunge lo scandalo: un misto di burocrazia, incapacità e malversazioni hanno consentito che su 4mila interventi “urgenti” finanziati dal 2009 siano stati conclusi solo 109, mentre l’80% è ancora da cantierizzare. Non si riesce insomma a passare dall’emergenza alla gestione ordinaria del territorio”. “E’ evidente l’assoluta necessità di maggiori investimenti in termini di prevenzione e messa in sicurezza. Servono interventi pubblici, serve aiuto anche da parte dell’Europa se vogliamo definitivamente mettere in sicurezza il territorio e scongiurare nuove tragedie. Mi sono occupato in diverse occasioni del problema idrogeologico in Italia attraverso interventi al Parlamento europeo ed interrogazioni parlamentari. Servono incentivi alle imprese danneggiate dai nubifragi, la manutenzione di aree boschive e agricole abbandonate”. “Bisogna anche applicare le norme già esistenti come la Direttiva Europea n. 2007/60/CE del 23 ottobre 2007, per ridurre le conseguenze negative per la salute umana, l’ambiente, il patrimonio culturale e le attività economiche derivanti da eventi naturali. C’è la necessità di mettere in campo risorse per interventi definitivi di messa in sicurezza del territorio e di prevenzione dal rischio idrogeologico sono necessarie risorse importanti stimate intorno ai 40 miliardi di euro”. “Proprio qualche giorno fa è stato presentato il piano nazionale contro il dissesto idrogeologico, 1,3 miliardi di euro per una programmazione lunga 5 anni. Un primo passo in avanti ma servono molte più risorse. Il dissesto idrogeologico del territorio italiano continua a determinare, anche in termini economici, costi elevati per imprese e cittadini. Non possiamo più tollerare – conclude Caputo – che poche ore di pioggia provochino danni inestimabili a cose e persone”.