CAIVANO – «I roghi tossici costituiscono la priorità da affrontare su questi territori. Ormai ci sono tutti gli studi scientifici, tutte le verifiche, si conoscono i luoghi, bisogna intervenire senza più indugio. Sappiamo che dal governo si sta muovendo una task force per agire sul territorio campano.

Si faccia presto, territori come Caivano, Acerra, Giugliano, il casertano non possono più sopportare questo atroce crimine all’ambiente e alla salute» lo affermano Antonio Amato e  Anita Sala, presidente e componente della III Commissione Speciale per le bonifiche e i siti di smaltimento rifiuti che questa mattina hanno incontrato l’amministrazione comunale di Caivano e quindi si sono recati in sopralluogo sul territorio a nord di Napoli «Abbiamo visitato l’area che costeggia i regi lagni e il depuratore, quindi quella del campo ROM e parte del perimetro che segue l’asse mediano. La situazione è drammatica per quanto riguarda l’abbandono dei rifiuti. Soprattutto perchè questo serve da paravento alle ecomafie che appostano copertoni, scarti industriali e risulta dell’edilizia a cui poi si dà quotidianamente fuoco. Anche questa mattina» proseguono i consiglieri regionali «fumavano roghi nel canale che costeggia i regi lagni. E ancora su tutta l’area che costeggia il campo ROM si riscontra una situazione allarmante. Ma attenzione a non confondere vittima e carnefici. I rom sicuramente trasportano rifiuti per ricavarne materiale ferroso, ma sono quelli che trovano abbandonati per strada a cui viene aggiunto il materiale tossico sversato dai tir dell’ecomafia. E a gestire questi traffici e i relativi roghi è la camorra non certo gli abitanti del campo. Serve un’azione di contrasto interforze e il rafforzamento della sorveglianza, ma sarebbe tutto inutile» dicono Amato e Sala «se non ci sarà un contemporaneo inasprimento delle pene, se non si darà luogo al reato ambientale nel codice penale, se non si sbloccherà una volta e per sempre la questione della tracciabilità dei rifiuti che resta il vero buco nero dell’affaire rifiuti. Esigiamo risposte serie dal governo e chiederemo alla giunta di portare la questione all’interno della conferenza stato regioni. Senza però dimenticare» concludono i componenti della commissione bonifiche «che amministrazioni locali, associazioni di categoria e cittadini devono assumere le proprie responsabilità e contribuire sul territorio a prevenire gli effetti dell’inquinamento. Già sarebbero ottimi risultati accordi con i rivenditori di pneumatici per lo smaltimento delle gomme usate e il controllo reale delle canalizzazioni delle acque reflue. Oggi, mettendo a parte il depuratore di Cuma, gli impianti ex Hydrogest hanno raggiunto una buona funzionalità che andrà certamente adeguata alle normative vigenti. Ma anche questo sarà inutile se nei depuratori, o direttamente a mare, continuerà ad arrivare ogni genere di scarico»

 

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