Incontro, oggi, della commissione Welfare, presieduta da Maria Caniglia, con gli assessori al Lavoro Panini e al Welfare Gaeta, sul passaggio dei lavoratori di Napoli Sociale a Napoli Servizi. Discussa la delibera, che è all’ordine del giorno del Consiglio di lunedì 24 ottobre, di variazione di bilancio, per garantire il passaggio dei lavoratori impegnati sul sociale alla società in house in attuazione di quanto deciso dal Consiglio lo scorso 24 maggio con l’affidamento delle attività di welfare svolte dalla Napoli Sociale (in liquidazione) alla Napoli Servizi. La discussione proseguirà domani, nella riunione congiunta di Welfare, Bilancio e Lavoro alla quale sono stati invitati anche l’assessore al Bilancio, i revisori dei conti, segretario e ragioniere generale. La riunione odierna ha visto un riepilogo da parte dell’assessora Gaeta del carattere di fondo di questo passaggio, le cui linee generali il Consiglio aveva già approvato nel maggio scorso: garantire la prosecuzione di servizi che il Comune ritiene indispensabili, anche se non rientranti tra quelli che la legge in senso stretto definisce tali, ampliare la platea di chi ne beneficia, migliorarne la qualità. All’assistenza scolastica, agli anziani e ai senza fissa dimora, al trasporto scolastico dei minori e adulti disabili, si aggiungono servizi innovativi, come il trasporto del latte materno, tutte attività volte all’inclusione sociale e che il Comune ritiene diritti costituzionali infungibili. I dettagli sul passaggio dei lavoratori di Napoli Sociale a Napoli Servizi, e sulle modalità della mobilità, sono stati forniti dall’assessore al Lavoro Panini, anche in risposta alle domande dei consiglieri: degli originari 368 lavoratori di Napoli Sociale (dopo che una piccola parte era già transitata in Anm), 314 lavoratori passeranno alla società in house per svolgere le attività precedentemente svolte nel settore del sociale. Dei 54 lavoratori restanti, mentre per 25 autisti c’è stata mobilità volontaria verso Asia, 29 svolgeranno per Napoli Servizi mansioni che la società già svolge, come la guardiania; per questi ultimi i costi saranno coperti dalla Napoli Servizi con risparmi propri, in gran parte derivanti dai pensionamenti. L’assessore ha precisato che tutti gli autisti di Napoli Sociale che non hanno trovato posto in Napoli Servizi potranno farvi ritorno quando il parco mezzi per il trasporto disabili sarà ampliato; sulle procedure di mobilità – alcuni consiglieri hanno denunciato che Asià ha preteso che le assunzioni fossero fatte previo licenziamento – ha assicurato che il caso specifico era stato determinato da problemi di sfalsamento temporale tra mobilità e pagamento dei contributi previdenziali, mentre l’orientamento generale è che i passaggi debbano avvenire da posto a posto di lavoro, senza cesure. Molti i punti toccati dai consiglieri negli interventi: di scelta scellerata dell’amministrazione ha parlato Aniello Esposito (PD) a proposito del pezzo di Napoli Sociale lasciata fuori da Napoli Servizi, mentre sulle procedure di mobilità già attuate e da attuare esistono molti dubbi, così come sulla garanzia che vengano rispettate le qualifiche assunte negli anni dai lavoratori, e sulla intenzione, dissimulata, della società in house di esternalizzare settori; anche per Palmieri (Napoli Popolare) sarebbe stato più saggio far transitare in Napoli Servizi tutti i lavoratori senza lasciar fuori 29 persone, definendole “in mobilità” mentre di fatto si tratta di “eccedenze”; restano in piedi forti preoccupazioni sulla mancanza di finanziamenti per l’operazione sui prossimi due anni; per Francesca Menna (Mov. 5 Stelle) vanno chiariti molti punti della delibera, dal riferimento alle inidoneità fisiche al parco auto per il trasporto disabili, oltre a quelli sollevati dai pareri negativi del Ragioniere generale e dei Revisori, scontando, il tutto, l’assenza di un Piano Industriale di Napoli Servizi; sullo stesso tema Simeone (De Magistris Sindaco) per il quale all’assunzione di responsabilità che faranno, condividendone la politica di fondo, i consiglieri comunali che voteranno la delibera non sembra corrispondere analogo atteggiamento da parte di Napoli Servizi, mentre sono da chiarire, nonostante le rassicurazioni sempre fornite dall’assessore al Bilancio, le questioni finanziarie e anche di rapporto con la società in house; per Andreozzi (Dema) che condivide la necessità di salvare i servizi sociali ed i lavoratori, va spiegata l’ostilità del management di Napoli Servizi a riconoscere le qualifiche, senza aggravio di costi, determinando così anche la rottura delle relazioni sindacali.

 

 

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