NAPOLI – “Nulla è perduto annuncia il Presidente Cesaro rifacendosi alla liquidazione dell’ASUB, quasi che il Provvedimento fosse stato varato da terzi a sua insaputa, Noi contestiamo, in primis, lo stile di questa decisione, che non ha avuto nessuna forma di rispetto per una nostra nota in cui proponevamo un incontro per un confronto di merito e di contenuti, prima di qualsiasi decisione definitiva sulla sorte della Società”. E’ quanto si legge in una nota diffusa dai capigruppo Giorgio Carcatella FdS, Carlo Morra SEL e Caterina Pace IDV in merito alla Liquidazione della società partecipata della Provincia di Napoli ASUB.
“Per entrare poi nel merito più tecnico della questione – prosegue la nota – ci chiediamo come sia stato possibile far fallire una società che tra le sue attività preminenti la manutenzione scolastica e quindi una commessa certa su un segmento pubblico di attività. Ed ancora come è stato possibile prevedere una somma per la manutenzione straordinaria degli edifici scolastici che è oltre 5 volte quella prevista per la manutenzione ordinaria e quindi per l’ASUB. Forse perché é più interessante e redditizio fare gare di appalto esterne che far lavorare una società in house? Ed infine, come ha potuto, la maggioranza di centro destra, approvare a novembre 2011 un piano di risanamento della società, per poi bocciarne la qualità e l’efficacia dopo pochi mesi…c’é del marcio in Danimarca?”. “Perché – si legge ancora nella nota – non si dà risposta alle dichiarazioni dei Revisori della Provincia, che puntualizzano, su nostra richiesta, che la liquidazione non è l’unica strada percorribile?”. “Visto che non ha voluto incontrarci preventivamente alla decisione, così come da noi richiesto – concludono Pace, Morra e Carcatella – il presidente sappia che dovrà incontrarci ugualmente per spiegarci non più ipotesi di soluzioni, ma un programma certo di risanamento per l’ASUB, che al momento è solo nella sua testa, ed anche per le scelte che intenderà fare ed i criteri che seguirà per nominare il/i commissari liquidatori. Per quanto ci riguarda, tutti gli errori commessi da coloro che avevano ruoli di responsabilità politica e gestionale, non possono essere pagati dai lavoratori e quindi non si può lasciare nessuno per strada, nonostante lo spauracchio della Spending Review”.