La Campania esce dalla recessione con una ripresa del Pil dello 0,3% nel 2015, dopo anni di calo dell’economia, che nel 2014 aveva fatto registrare un -1,8%. La crescita è di mezzo punto percentuale inferiore a quella complessiva dell’Italia, che nel 2015 è cresciuta dello 0,8%. E’ quanto emerge dal rapporto della sede regionale della Banca d’Italia sull’economia della Campania. “Si tratta – ha spiegato Paolo Emilio Mistrulli, illustrando il rapporto – di una lieve ripresa, di una crescita debole e ancora fragile, anche perché le prime indicazioni che abbiamo dai dati del primo trimestre 2016 indicano una contrazione, in particolare per il rallentamento degli investimenti, e un calo nell’export”. Dai primi dati dell’anno in corso emerge infatti un calo negli investimenti del 7,3% rispetto al 2015 e un calo di assunzioni del 14,7%. Il quadro dell’economia della Campania 2015 presentato oggi dalla Banca d’Italia presenta una regione ancora in forte ritardo rispetto alle altre aree del Paese. “Guardando gli oltre 150 indicatori territoriali di sviluppo calcolati dall’Istat – spiega il rapporto – solo nel 20,3% dei casi la Campania ha dei valori superiori alla media nazionale, collocandosi al quindicesimo posto sulle 19 regioni e le due province autonome”. Gli indicatori mostrano l’aumento del divario tra la Campania e le regioni del Centronord: la Regione ha subito un drastico crollo del Pil dal 2008 che ha portato l’economia a tornare indietro al livello del 1990, una tendenza che si è solo lievemente invertita nel 2015. Ma la Campania perde terreno anche rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno. Preoccupanti sono i primi dati della Banca d’Italia relativi al trimestre gennaio-marzo del 2016 che mostrano anche un forte rallentamento delle esportazioni dalla Campania verso l’estero. Il calo è del 4,7%, una forte contrazione se paragonata alla crescita del 2,3% che era stata registrata nello stesso periodo dello scorso anno. In particolare le vendite all’estero crollano per quanto riguarda i mercati fuori dall’Unione Europea, con un -12,6% (erano state +3,9% nel primo trimestre 2015), mentre aumentano quelle nel mercato Ue con un +2,9%. Un calo che colpisce due settori strategici per l’economia regionale. “Tra i punti di forza – spiega l’analista di Bankitalia Campania Paolo Emilio Mistrulli – ci sono l’alta tecnologia e l’agroalimentare. Quest’ultimo resta settore importante per la Campania e ha avuto negli ultimi anni una forte espansione per le vendite all’estero, ma il dato del primo trimestre è negativo”. Calano nel primo scorcio del 2016 anche le assunzioni, in particolare quelle a tempo indeterminato che scendono del 31,7%, ma erano salite del 29,4% nell’ultima parte del 2015. “Il dato positivo è quello del 2015 – afferma Mistrulli – che mostra un’occupazione che è tornata a crescere dopo un anno di contrazione: le assunzioni sono aumentate fortemente nell’ultima parte dell’anno per effetto anche dell’anticipazione della legge di stabilità che riduce la decontribuzione sui contratti di lavoro. Il dato di inizio 2016 riflette questa anticipazione, perché le aziende che avevano programmato di assumere nel 2016 hanno anticipato la firma dei contratti per poter godere degli sgravi”. Tra i settori che brillano spicca il turismo che in Campania sale del 3,5% (ma era salito del 4,4% l’anno prima) con 15,7 milioni di presenze che costituiscono il 4,8% del totale italiano. E i nuovi turisti spendono di più: la spesa è salita del 16,5%, mentre nel 2014 l’aumento era stato del 7,8%: in totale l’anno scorso i turisti hanno lasciato in Campania circa due miliardi di euro, il 2% del pil totale della regione.