“E’ una seduta farsa del Consiglio regionale. Votazione del difensore civico flop dopo oltre 6 mesi di assenza perché nel Pd non si mettono d’accordo sui nomi. Rinvio della nomina del garante dei detenuti e, ciliegina sulla torta, richiesta dell’assessore Lepore di rinviare il disegno di legge di semplificazione Casa di Vetro in Commissione perché “ci sono pochi emendamenti che vale la pena approfondire in commissione”. Primo caso al mondo in cui si decide di non discutere un provvedimento perché ci sono pochi emendamenti. Davvero, siamo alle barzellette finali”. Lo dice Valeria Ciarambino, capogruppo del Movimento 5 Stelle nel corso della seduta del Consiglio regionale. “La veritá del rinvio in Commissione é che quel ddl è un pasticcio. Oggi siamo arrivati al primo caso in Italia di un disegno di legge ‘impugnato’ dagli uffici del Consiglio regionale, perché pieno zeppo di criticità ed errori grossolani, al punto da renderlo inattuabile” – sottolinea Ciarambino – “Errori grossolani che la dicono lunga sulla vera attenzione di questa Giunta alla trasparenza e alla partecipazione: si è voluto fare un provvedimento spot, con tanti articoli pieni di fuffa e un bel titolo ‘Casa di Vetro’, e si è prodotto solo un gran pasticcio, con articoli in violazione delle leggi nazionali, aggravi di spesa, approssimazione, come avevamo già denunciato in I commissione, chiedendo un approfondimento agli uffici del Consiglio”. “Gli uffici regionali ci hanno dato ragione – evidenzia la capogruppo – con questo disegno di legge la Giunta entrava a gamba tesa sulle prerogative legislative del Consiglio, prevedendo una serie di strumenti che sulla carta servivano a migliorare la produzione legislativa, ma che nei fatti l’avrebbero paralizzata mancando nel Consiglio regionale un organo in grado di dare adeguato supporto, come ammesso dagli uffici interpellati”. “L’unico risvolto positivo del rinvio in commissione di questo disegno di legge è che per ora è stato bloccato un provvedimento pericoloso – aggiunge – la Giunta annuncia di voler fare trasparenza e poi fa esattamente il contrario, insabbiando la delibere e prevedendo che non siano più pubblicate sul BURC”. “Si annunciano interventi di moralizzazione dei decisori politici con un’inutile carta etica, ma non si prevedono misure reali come per esempio la decurtazione dei compensi per ogni assenza dalle sedute di consiglio e commissione”. “Cosa ancora più grave si cerca con un colpo di mano – conclude Ciarambino – di esternalizzare la gestione del patrimonio immobiliare regionale a società esterne, con aggravio dei costi e rischio di corruzione, come la cronaca giudiziaria ogni giorno racconta”.
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