Fa scalpore l’articolo pubblicato oggi da Repubblica circa i rilievi della Corte dei Conti sui bilanci delle Regioni. Secondo il quotidiano fondato da Scalfari molte di esse, comprese la Campania, truccherebbero i conti per apparire in regola. Sulla questione è già intervenuto il governatore Caldoro e ora arriva una nota del Dipartimento delle Risorse Finanziarie .
Ecco il testo
Con la deliberazione n. 19/2014, la Corte dei Conti, pur dando atto “…del virtuoso processo di riallineamento delle scritture contabili, avviato sia in sede legislativa sia in sede amministrativa, dalla Regione Campania per il superamento delle oggettive criticità storicamente stratificate …” aveva dichiarato di “non potersi parificare il rendiconto generale della Regione Campania per l’esercizio 2012”. Ciò, nonostante lo stesso Procuratore regionale della Corte dei Conti, nella requisitoria orale del 13 febbraio 2014, si fosse pronunciato, in modo favorevole per la parificazione del rendiconto tenendo conto di tutta una serie di problematiche ed elementi riferibili ad un passato anche poco recente. Più espressamente il procuratore regionale della Corte dei Conti, pur evidenziando alcune criticità, allo stesso tempo aveva sottolineato gli sforzi compiuti per la loro rimozione apprezzando i risultati in gran parte già conseguiti. Nel dettaglio il pubblico ministero nella sua requisitoria si era così espresso: “Le chiavi di lettura che si ritengono utili per la valutazione finale appartengono ai centri di spesa esaminati i quali, quasi tutti, presentano significativi successi sia sul piano economico (nella sola sanità si è passati dall’indebitamento di 497 Meuro del 2010 ai 55 meuro nel 2013) sia sul piano della riorganizzazione dei servizi (vedasi legge di riordino delle società partecipate e l’opera compiuta dal commissario dell’EAV per il ripristino del servizio di trasporto pubblico) sia sul piano dei controlli (vedasi le nuove metodologie di controlli sui finanziamenti pubblici in favore dell’imprenditoria privata). Il procuratore Cottone continuava: “Ora il processo di risanamento sembra avviato e, occorre riconoscere che (…) oltre che il contenimento delle fonti di spreco emergono anche effetti confermativi i cui risultati, in termini di legalità e virtuosità dell’azione dell’amministratore potranno essere certamente letti soltanto nei rendiconti futuri”. Consapevole, dunque, del grande lavoro svolto, sebbene non vi fosse una norma nazionale di riferimento, l’Amministrazione regionale ha deciso di presentare ricorso avverso la deliberazione n. 19/2014, e la Corte dei Conti a Sezioni Riunite ha accolto il ricorso presentato dall’amministrazione regionale della Campania.