Sei domande tra rabbia dei cittadini e accuse alle istituzioni e la risposta di aprire a breve un tavolo di consultazione periodico da parte del Comune. É questo il risultato di un confronto promosso dal Movimento 5 Stelle di Napoli tra tecnici, esperti e i cittadini abitanti dei palazzi della Riviera di Chiaia sgomberati dopo il crollo di palazzo Guevara avvenuto il 4 marzo 2013. ”Dopo il sopralluogo – spiega Paola Nugnes, senatrice del M5S – con l’onorevole Fico dello scorso 17 settembre nel cantiere della Linea 6 della metropolitana avevamo chiesto un tavolo di confronto al Comune e al sindaco ma non abbiamo mai avuto risposta. Stasera mi ha chiamato il vicesindaco Sodano che mi ha detto che li hanno fatti gli incontri, ma a me non risulta.

Le persone devono essere informate su situazioni di pericolo o paventato pericolo dopo lo svuotamento avuto al civico 66. Noi abbiamo timori concreti che ci siano preoccupanti pericoli per il futuro per tutto il fronte della Riviera di Chiaia. Ho parlato con geologi che mi hanno confermato che uno svuotamento incide su un raggio ampio e che sicuramente c’è stato un cedimento sulla consistenza del terreno in tutta la riviera di Chiaia. Tra l’alto sappiamo che già indagini precedenti all’incidente avevano rilevato una poca consistenza del terreno in quel luogo, quindi che ora stiano riparando le paratie non dà nessuna garanzia per il futuro”. I M5s ha posto sei domande all’amministrazione comunale: ”In particolare – spiega l’ingegner Camillo Guerra – ricordiamo che la Via (Valutazione di impatto ambientale) è stata ottenuta solo a 2009 inoltrato, cioé dopo che i cantieri avevano già aperto e quindi non è possibile confrontare lo stato degli edifici prima dei lavori con la situazione attuale. In più i cittadini lamentano una scarsa interlocuzione con l’amministrazione comunale. Inoltre chiediamo delle risposte sulla sicurezza idrogeologica dell’area e sulla legittimità dell’appalto”. Forte la rabbia di chi è ancora lontano dalle proprie case: ”Sentiamo l’assenza totale del Comune – spiega Maria Rosaria Manselli, una delle sfollate dei palazzi della zona limitrofa a quello crollato – circa trenta famiglie meno abbienti sono in alberghi pagati da Ansaldo, mentre noi abbiamo preso in affitto altre case, pagando affitti alti. E ci hanno perfino chiesto di mettere in sicurezza il palazzo a nostre spese. In più le guardie giurate che controllavano i palazzi vuoti non ci sono più e c’è il rischio di furti”. Ad ascoltare tecnici e cittadini l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Napoli, Mario Calabrese, che ha assicurato che ”a breve verrà attivato un tavolo di confronto continuo per una corretta informazione ai cittadini”. ”Sono venuto – ha detto Calabrese, entrato in giunta solo lo scorso maggio – per ascoltare prima di tutto, poi è chiaro che ci rivedremo a breve. Posso però anticipare che i consulenti di Ansaldo che studiano la situazione ci dicono che non ci sono ulteriori problemi”.

 

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