Arriva sul palco e Pierluigi Bersani entra subito nello spirito partenopeo. La folla lo acclama con ‘O surdato ‘Nnammurato’. E lui, il leader del Pd, prende il ritmo al volo e al saluto dei napoletani risponde cantando con loro ‘Oi vita, Oi vita mia’. La prova della piazza era attesa. E forse anche un po’ temuta. In piazza Plebiscito, cuore di Napoli, in tanti ci hanno provato.

C’e’ chi l’ha riempita tutta, chi solo una parte. Oggi e’ toccato a Bersani, a poche ore dalla chiusura della campagna elettorale. Piena l’area interessata dal comizio, meta’ dell’intera piazza. E forte anche l’entusiasmo. In piazza c’erano un po’ tutti. L’immancabile umorismo napoletano, tanto per iniziare. In una citta’ dove il suo primo cittadino, Luigi de Magistris, ha racchiuso la sua azione in un verbo ‘scassam’, un gruppo di napoletani lo slogan lo ha fatto proprio ma con un senso diverso: ”Nuje nun scassam ma accunciamm. Un’Italia giusta per una Napoli giusta’. I militanti Pd hanno fatto il ‘tifo’ accanto ad esponenti di Sel, del Pse, tra gli altri.

E tra la folla anche gli immigrati di Caserta e i rifugiati politici che in piazza hanno voluto esporre uno striscione ”contro la camorra e contro il razzismo”. Non solo: se Al Jazeera ha ripreso il tutto insieme a tv inglesi, canadesi, francesi, svizzere, qualcuno, come un gruppo di giovani del Pse provenienti da diversi paese europei, i ‘fan’ di Bersani li ha invece informati a colpi di tablet, con una valanga di tweet. E cosi’, dal centro di Napoli, Bersani ha lanciato i suoi ultimi appelli ”per una spinta per questa battaglia – dice – che vogliamo vincere e che riusciremo a vincere”.

Il leader del Pd lo dice sin da subito: ”Siamo arrivati ad un passaggio storico per il nostro paese, possiamo chiudere una stagione lunga venti anni ed aprirne una nuova”. E lo dice mentre applausi e sventolio di centinaia di bandiere sottolineano i passaggi piu’ forti del suo comizio. Alla fine di una campagna che definisce ”bella perche’ siamo andati ovunque a cercare la nostra arma atomica, e cioe’ risvegliare la partecipazione del popolo delle primarie”, Bersani si dice convinto che ”l’Italia ce la fara”’.

Mette in guardia tutti da Grillo, ”il rischio e’ che si esca fuori dalla democrazia”. E una stoccata, nella capitale del Sud, lo riserva anche alle classi dirigenti del Mezzogiorno. ”Berlusconi ha detto che prima di dire si’ alla proposta del 75% di fiscalita’ trattenuta in Lombardia, ha consultato dirigenti meridionali e ha detto che erano d’accordo, che Caldoro era d’accordo – ha sottolineato sul palco – Questo significa che le classi dirigenti del Sud sono feudatari e lui, l’imperatore, e’ al comando”.

La Campania e’ ”decisiva”, ha detto il leader del Pd. E non e’ un caso se ”proprio nella Napoli democratica” Bersani ha piu’ volte richiamato tutti all’unita’: ”Basta con il leghismo, l’egoismo, la divisione, l’idea che il piu’ forte si salva da solo, quella pagina la chiudiamo. Dal 26 diciamo che Italia e’ una sola”. Poi, l’appello finale: ”Parta anche da qui la spinta per cambiare pagina”.

 

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