“Non si tratta di incontrare lavoratori, che ogni giorno soprattutto a Palazzo Santa Lucia e non solo a Palazzo San Giacomo, trovano ascolto e spesso soluzioni. Si tratta piuttosto di stabilire se il metodo della violenza e della sopraffazione dia diritto a corsie preferenziali”. Così l’assessore al Lavoro della Regione Campania Severino Nappi. “Per quarant’anni in questa città è successo così: noi abbiamo scelto di dire no, anche prendendoci dei rischi. Cosa è discutere di legittime rivendicazioni di alcuni lavoratori, cosa è paralizzare la città, spacciando per un diritto la pretesa di trasformare dei tirocini retribuiti in un contratto di lavoro pubblico, in barba ad ogni legge. Questo non può essere considerato legittima espressione delle proprie idee. E la responsabilità è di chi getta benzina sul fuoco. D’altra parte, è il caso di ricordare allo stesso sindaco de Magistris che siamo di fronte a vertenze nazionali, ed è strano che lui non lo sappia”, prosegue. “In ogni caso resto del convincimento che queste forme di ricatto, che tra l’altro si saldano col mondo clientelare della disoccupazione organizzata, cesseranno quando tutte le istituzioni mostreranno la stessa fermezza. Pure al tempo della crisi, proteste per questo genere di vertenza sono purtroppo patrimonio soltanto di questa città, che non merita la ribalta nazionale per i disordini che si stanno verificando in questi giorni”, conclude Nappi.