«La solidarietà a Don Luigi Ciotti deve tradursi immediatamente in azioni ancora più forti e concrete per il riutilizzo sociale dei beni sottratti alle mafie. Anche la Campania si svegli dal colpevole torpore di questi anni e dia piena applicazione alla legge regionale rimasta fino ad oggi del tutto inapplicata» lo afferma il Presidente della Commissione Regionale Beni Confiscati Antonio Amato «Le parole di Riina sono estremamente gravi e pericolose e sicuramente vanno estese tutte le forme di tutela e garanzia per il fondatore di Libera e per i tanti che lavorano a diretto contatto con questa associazione sui patrimoni sottratti ai clan. Ma segnano anche un dato che già Latorre e poi Falcone intuirono chiaramente: il più efficace strumento nella lotta ai clan è proprio nella confisca dei loro beni. Allora si deve lavorare per rafforzare le azioni che portano alla piena restituzione alla collettività di questi patrimoni. In Campania, a partire da quanto realizzato sulle Terre di Don Peppe Diana, in provincia di Caserta, esistono delle esperienze straordinarie modello per tutto il Paese. Ma le istituzioni ancora latitano se non sono addirittura da ostacolo. Conosciamo» afferma Amato «le endemiche difficoltà dell’Agenzia Nazionale che va urgentemente riformata. Ma anche le istituzioni locali devono fare la loro parte. Se quest’anno siamo riusciti almeno a rifinanziare per 250 mila euro il sostegno a progetti che nascono sui beni confiscati, come previsto dalla legge 7/2012, questo non può renderci per nulla soddisfatti. Gran parte di quella normativa, costruita in modo partecipato ed approvata all’unanimità dal consiglio regionale, resta lettera morta. Non sono mai partiti l’osservatorio regionale e l’ufficio dedicato alle aziende, non si è data alcuna centralità, nella programmazione regionale, alle politiche sui beni confiscati, non ci sono state le premialità previste, la regione non ha mai richiesto un solo bene confiscato che pure aiuterebbe nella riduzione dei fitti passivi. Tante, poi, le difficoltà anche con i comuni. Insomma» conclude il presidente della Commissione Beni Confiscati «la doverosa solidarietà a Don Luigi deve tradursi in un impegno concreto perché non resti solo un atto di facciata, ma diventi, piuttosto, quello che lo stesso fondatore di Libera ci chiede: un impegno concreto e unitario contro le mafie»