Da oggi la città di Napoli ha largo Francesco De Martino. La targa è stata scoperta a pochi passi da quella che è stata l’abitazione del giurista e statista napoletano lungo via Aniello Falcone nel quartiere Vomero. Alla cerimonia accanto ai familiari e agli amici, ha partecipato il sindaco Luigi de Magistris. Con loro, a rendere omaggio alla figura del giurista, anche i presidenti emeriti della Corte Costituzionale Francesco Paolo Casavola, Giuseppe Tesauro e Alessandro Criscuolo ed esponenti del mondo politico locale e nazionale. L’intitolazione di un luogo della città a De Martino è stata voluta dall’amministrazione e dal Consiglio comunale che ha proposto la delibera con il sostegno di tutte le forze politiche. Una decisione per cui la nipote Francesca Maria De Martino ha espresso ”vivo ringraziamento” a nome di tutta la famiglia. La cerimonia è stata arricchita dalla lettura dei messaggi inviati dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, e dal presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. ”Questa città – ha detto il sindaco de Magistris – sta mettendo a posto la storia. De Martino è stato un grande napoletano, un grande giurista, è stato uno dei più grandi interpreti del pensiero socialista del Novecento, che qualcuno ha un po’ imbrattato, e anzi forse è stato uno degli ultimi interpreti puri di quel pensiero politico. Napoli è città che crede nella sua storia, nella sua identità e oggi ha dato a De Martino il riconoscimento che merita proprio a pochi passa dalla sua abitazione dove c’è anche la sua storia familiare”. Nel corso della cerimonia, i nipoti di De Martino hanno letto alcuni passi del ‘testamento politico’ dello statista e il discorso di apertura in Senato della XIII legislatura della Repubblica italiana che tenne in qualità di presidente provvisorio il 9 maggio 1996. A tracciare un ritratto della figura di De Martino, il presidente emerito della Corte Costituzionale Francesco Paolo Casavola che, nel sottolineare il lavoro e l’impegno di De Martino come ”un esempio donato a patrimonio storico della nazione”, ne ha tracciato un ritratto anche ”privato” evidenziandone ”le virtù della piccola borghesia meridionale, la dedizione al lavoro e agli impegni di studio pur senza trascurare il rapporto con la natura” e la dedizione alla moglie Teresa e ai cinque figli educati ”con tenerezza e austerità”. Nel corso della cerimonia, sulla grata che delimita il belvedere, è stata sistemata una bandiera del Partito socialista italiano.

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