Dopo il violento sgombero di stamane in cui sono stati impiegati decine di agenti in tenuta antisommossa, le famiglie e i militanti del movimento di lotta per la casa si sono spostati ai cancelli del comune. Li hanno piantato le tende in attesa di risposte da parte dell’amministrazione. I locali da cui sono stati sgomberati appartengono all’ordine delle Suore del Buon Pastore che, per la seconda volta, hanno sollecitato la cacciata da parte delle autorità. Per strada sono finite decine di persone tra cui anziani e bambini. Si tratta di locali che, dopo lo sfratto della scuola che li occupava prima, per ritardi nei pagamenti da parte del comune, erano rimasti vuoti. Il fatto, secondo i manifestanti, pare ancor più grave se si considera che la Curia detiene la maggior parte del patrimonio immobiliare della città di Napoli e che, nello specifico, lo stabile sgomberato in mattinata, era stato, nella donazione alle suore, vincolato ad uso sociale. Tutto ciò a distanza di pochi giorni dall’occupazione della II Municipalità per chiedere lo sblocco delle residenze per gli occupanti di case che il “piano casa Lupi” vorrebbe cancellare. Insomma, a Napoli, il problema casa esiste ed è attuale. Così come attuale pare l’incapacità politica di un’amministrazione molto attenta ai grandi eventi ma, evidentemente, poco attenta ai bisogni primari delle persone. Si lascia così spazio a soluzioni repressive ed escludenti nei confronti di chi chiede diritti. Tuttavia forte sembra essere la determinazione tra i manifestanti che, seppur lasciati per strada da Suore ed Amministrazione Comunale, non sembrano intenzionati a rimanerci per molto.

Luca Leva

 

 

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